Tagikistan, tutte in “Atlas” per combattere l’influenza dell’Isis

4 aprile 2017

Combattere l’Isis con metodi alternativi. No al velo, burqa, hijab, chador. In Tagikistan, in Asia centrale, il governo ha pensato che promuovendo usi e costumi tradizionali come l’Atlas, il colorato abito per le donne, si possa contrastare l’influenza del cosiddetto Stato islamico. L’Atlas viene indossato dalle ragazze fin da piccole. E’ composto da un pantalone e da un abitino, tipo casacca, da mettere sopra, realizzato con la stessa stoffa, e ha una cinta in vita.

I motivi e le decorazioni variano in base alle regioni, il costume del Nord si differenzia da quello indossato nel Sud. Ma entrambi sono in seta o cotoni pregiati e solitamente coloratissimi. “Fa parte della nostra cultura – dice una studentessa – indossandolo le nostre bambine diventano più belle”. “Le nostre donne non devono indossare abiti musulmani – dice un’altra ragazza – devono portare il nostro costume tradizionale, che tra l’altro è anche molto più bello”. Il governo ha lanciato proprio una campagna per incoraggiare le ragazze a indossarlo spesso, non solo per feste e occasioni speciali. Non è un no all’islam: difendere le proprie radici può essere un modo per combattere il radicalismo, e allo stesso tempo rilanciare le proprie tradizioni.

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