Tagli ai fondi per l’editoria, insorgono le opposizioni

Tagli ai fondi per l’editoria, insorgono le opposizioni
17 dicembre 2018

Una pagina della Federazione liberi editori sui giornali, un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella anche dalla Federazione nazionale della Stampa e dal consiglio dell’ordine dei giornalisti e commenti politici, tutti negativi, dall’opposizione per l’emendamento Patuanelli presentato dai pentastellati al Senato nella legge di Bilancio. Se passasse, in via progressiva, verrebbero ridotti i contributi diretti dello fondi di finanziamento pubblico a partire gia’ dal 2019 per arrivare all’azzeramento assoluto nel 2022 per le imprese editrici di quotidiani e periodici che hanno accesso in base al decreto legislativo 15 maggio 2017, n.70.

Ossia in sintesi cooperative giornalistiche che editano quotidiani e periodici; imprese editrici il cui capitale e’ detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro; che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche; per non vedenti e ipovedenti; associazioni dei consumatori e degli utenti che editano periodici in materia di tutela del consumatore; imprese editrici di quotidiani e di periodici italiani editi e diffusi all’estero. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Vito Crimi con delega all’informazione e all’editoria, intervenendo al Gr1 ha delimitato l’ambito dell’emendamento: “il contributo diretto dello stato lo prendono 150 aziende (editoriali) a fronte di circa 18 mila testate, una piccolissima platea” e sottolineato che i soldi risparmiati, “rimangono nel fondo per il pluralismo che vuole garantire un sostegno a tutti, non solo ad alcuni editori”. Il presidente della Camera Roberto Fico, intervenendo a In 1/2 ora ha ribadito: “I contributi pubblici all’Editoria hanno anche generato dei veri e propri mostri”, mentre Crimi ha sottolineato che e’ nel dna del movimento Cinque Stelle “l’abolizione dell’ordine dei giornalisti e il taglio del finanziamento ai giornali. Quindi abbiamo un mandato forte e netto”.

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Parlano invece di “una pugnalata alla schiena dei piccoli editori” alla Fnsi e all’Ordine, “un colpo mortale al pluralismo dell’informazione, alla funzione critica della stampa, al ruolo dei corpi intermedi”, appellandosi ai singoli parlamentari di maggioranza e di opposizione per non far passare l’emendamento. “Siamo di fronte ad un attacco gravissimo alla stampa, ai giornali, alle testate d’opinione di ogni orientamento, ai quotidiani locali. Cinque Stelle responsabili di questa aggressione su cui occorre mobilitazione durissima, durissima”. ha reagito su Twitter Filippo Sensi, deputato del Pd. La deputata del Pd Debora Serracchiani da Trieste ha notato: “il delitto contro le minoranze linguistiche sta per compiersi e sara’ proprio il triestino Patuanelli a dare il primo colpo per uccidere il ‘Primorski dnevnik’, il giornale della comunita’ slovena che si stampa a Trieste da oltre settant’anni”. Nell’emendamento si parla di futuri progetti per l’informazione digitale. Su questo la deputata di Forza Italia Deborah Bergamini, ha commentato che il provvedimento avra’ un solo scopo: “consegnare ai social network il monopolio dell’informazione in Italia. Del resto e’ solo sui social che hanno trovato spazio le fake news”.

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