Tensioni in FI, Berlusconi ragiona su nuova struttura. La prima bozza

22 giugno 2018

Il gruppo di FI ha tenuto a precisare che non c’e’ alcun esodo in corso da Forza Italia alla Lega ma in casa azzurra sotto traccia resta il malessere di numerosi dirigenti per la strategia finora portata avanti. Partito che rischia, sottolineano fonti parlamentari, di dividersi in correnti, tra chi guarda all’asse con il partito di via Bellerio e chi invece auspica la costituzione di un Ppe italiano.

Berlusconi il giorno prima delle amministrative annuncio’ in una lettera indirizzata al ‘Corriere della sera’ novita’ interne al partito. La decisione alla vigilia dei ballottaggi sarebbe quella di accelerare dando seguito a quanto annunciato. Per questo motivo l’ex premier oggi ha visto a villa San Martino alcuni “big’ per un pranzo di lavoro dove si e’ ragionato sul da farsi. Si punta a costituire un comitato direttivo (composto da una decina di esponenti, tra cui i capigruppo, gli ex capigruppo, la vicepresidente della Camera Carfagna), alcuni organismi nuovi sulla stregua di quello che hanno rappresentato finora i dipartimenti, un vicepresidente (l’attuale presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani), forse un coordinatore (dovrebbe essere Galliani ma probabilmente agira’ dietro le quinte senza un ruolo ufficiale). Verra’ potenziata la squadra social e si tentera’ di aprire ai giovani. Cambiamenti dunque in vista rispetto al passato ma l’ex presidente del Consiglio non ha intenzione di compiere rivoluzioni o rottamazioni. L’intenzione e’ di non prestare in alcun modo il fianco ai malpancisti ed evitare allo stesso tempo di alimentare il dissenso interno.

Varra’ ancora il vecchio marchio e in prima linea per ora ci saranno sempre i dirigenti attuali. Con l’obiettivo di mettere in salvaguardia la nave – questo il ragionamento – prima di capire quale sara’ la direzione di marcia. Ma in FI c’e’ preoccupazione e non solo perche’ ai ballottaggi il rischio e’ che la Lega la faccia da padrona su tutto il territorio. Secondo alcuni sondaggi il partito viaggia sotto la doppia cifra, il timore per esempio e’ che alle Europee possa non scattare alcun seggio al centro. A spingere per un cambio radicale del modo di selezionare la classe dirigente e’ anche Toti. Il governatore della Liguria anche in settimana a diversi interlocutori ha ribadito la necessita’ di arrivare ad una rifondazione del partito, attraverso meccanismi democratici che partano dal basso. Nessuna intenzione di strappare. Attende di capire quale sara’ il nuovo schema dei vertici ma chi gli ha parlato riferisce che difficilmente potra’ accettare nomine ancora una volta calate dall’alto e non scelte con un’assemblea o un momento di confronto con i cittadini.

In ogni caso il governatore e’ al lavoro sul territorio, anche in vista di una sua possibile conferma. Ma si muove per far emergere le sue idee: per meta’ luglio – riferiscono fonti parlamentari – sta organizzando una ‘Leopolda’ nella regione, ‘Liguria d’autore’. Invitera’ professori universitari, amministratori, manager ma anche politici. Tra questi, spiegano le stesse fonti, anche due protagonisti del cosiddetto fronte dei sovranisti. Ovvero Matteo Salvini e Marine Le Pen. Il Cavaliere e’ convinto che in questo momento non serva neanche agitarsi. Senza rompere l’asse con la Lega ma anche senza sponsorizzare progetti di partiti unici. La sua convinzione e’ che il governo giallo-verde possa andare in crisi a settembre. Qualora l’esecutivo continuasse la sua corsa, FI – questa la tesi – avrebbe tutto il tempo per rinnovarsi e ristrutturarsi. Anche per questo motivo se qualcuno e’ intenzionato ad andare via – questo il ragionamento – non verrebbe trattenuto.

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