Elliott chiede cambio cda. Via battaglia con Vivendi

Elliott chiede cambio cda. Via battaglia con Vivendi
15 marzo 2018

Elliott svela le carte e, in vista dell’assemblea degli azionisti di Tim del 24 aprile, chiede l’integrazione dell’ordine del giorno con la revoca di sei consiglieri espressione di Vivendi, ma non del Ceo Amos Genish, e la nomina di sei nuovi amministratori, tra cui l’ex Ad dell’Enel, Fulvio Conti, e l’attuale commissario straordinario di Alitalia, Luigi Gubitosi, che non andrebbe però a ricoprire, per il momento, cariche operative. “Critiche di management e non critiche al management”, così fonti vicino a Elliott spiegano la decisione di voler revocare i sei consiglieri targati Vivendi, tra cui il presidente di Tim, nonché Ceo del gruppo francese, Arnaud de Puyfontaine. I rilievi riguardano quindi l’indipendenza dei manager e non il management in sé Da qui anche la decisione di non introdurre (per il momento) il nome di Genish. Tra l’altro, il manager israeliano è solo cooptato in cda e la sua nomina è prevista, nell’odg iniziale, al primo punto dell’assemblea. Il fondo, quindi, eventualmente potrebbe opporsi allora alla sua nomina. Oltre a De Puyfontaine, i consiglieri cui Elliott ha chiesto la revoca sono: il vicepresidente Giuseppe Recchi, che faceva parte della lista presentata da Vivendi lo scorso aprile in vista del rinnovo del cda, Herve Philippe, cfo di Vivendi, Frederic Crepin, capo dell’ufficio legale del gruppo francese, Felicite Herzog e Anna Jones, entrambe qualificate come indipendenti nell’allora lista di Vivendi. Capofila della lista presentata da Elliott è l’ex Ad di Enel, Fulvio Conti, che dal 1998 al 1999 è stato direttore generale e chief financial officer di Telecom, seguito da Massimo Ferrari, cfo del gruppo Salini Impregilo.

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L’unica donna è Paola Giannotti, un passato in Bnp Paribas, e attuale membro del cda di Terna, Ansaldo Sts e del consiglio di sorveglianza di Ubi. C’è poi Luigi Gubitosi, ex amministratore delegato di Wind, Dante Roscini, professore alla Harvard Business School e presidente di Credimi, piattaforma di finanziamento digitale alle imprese, e Rocco Sabelli, ex Ad di Alitalia e di Piaggio, con un passato in Telecom (nel 1998 era direttore generale di Tim). Elliott si riserva, inoltre, di formulare ulteriori richieste di integrazione dell’ordine del giorno o presentazioni di proposte di delibera. La richiesta deve pervenire entro 10 giorni dalla pubblicazione dell’avviso di assemblea, avvenuto lo scorso 10 marzo. Oltre al rinnovamento dello governance, il fondo punterebbe, tra le altre cose, alla conversione delle azioni di risparmio in ordinarie e alla scissione proporzionale della rete, con attribuzione ai soci Telecom delle quote della newco nella quale è destinata la rete che verrebbe quotata. Per aspettare eventuali mosse di Tim bisognerà aspettare il cda che sarà convocato nei prossimi giorni per “l’assunzione delle determinazioni di competenza”. In attesa che Elliott chiarisca a quanto ammonta esattamente la sua posizione in Tim, il fondo ha certificato di possedere almeno il 2,5% del capitale (2,53% per la precisione), quota che gli ha consentito di chiedere l’integrazione dell’odg, allegando quattro certificati di deposito di azioni che attestano di possedere circa 385 milioni di azioni ordinarie Telecom. L’avvio ufficiale della battaglia per Tim, intanto, ha fatto bene al titolo, che ha chiuso in rialzo del 2,83% a 0,8054 euro.

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