Tim, Governo apre la strada per aggregazione rete con Open Fiber

Tim, Governo apre la strada per aggregazione rete con Open Fiber
16 novembre 2018

Il governo apre la strada per la rete unica in fibra tra Tim e Open Fiber con un emendamento presentato al Dl fiscale e per bocca del vice premier, Luigi Di Maio, non esprime preferenze sul nome del nuovo amministratore delegato di Tim che verrà nominato domenica dal cda della società dopo la sfiducia a Amos Genish.

Non c’è “nessuna preferenza sui nomi. Saremo laici. E chiunque sarà scelto sarà l’ad con cui interloquiremo” le parole di Di Maio che due giorni fa aveva invece ribadito l’orientamento del governo sulla partita della rete in fibra. “Stiamo lavorando per creare le condizioni affinché si crei un unico player italiano che permetta la diffusione per tutti i cittadini di internet e banda larga” ha affermato il vice premier. “Non c’è nessuna volontà di fare espropri proletari – ha spiegato – lo faremo dialogando con tutti e pensando ai posti di lavoro. Io credo che entro la fine dell’anno anche il dossier Tim vada chiuso”. Oggi la presentazione dell’emendamento che spiana la strada all’integrazione delle reti in fibra a firma del relatore al Dl fiscale, il grillino Emiliano Fenu. 

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La norma per favorire la nascita di una rete unica in fibra con la modifica dell’articolo 50 del Codice delle comunicazioni è contenuta in un emendamento al dl fisco e prevede incentivi fissati dall’Autorità sul modello della rab, la remunerazione degli investimenti. L’aggregazione delle reti appartenenti agli operatiri avviene su base volontaria in capo a un soggetto non verticalmente itegrato e la cui proprietà sia diversa da quella degli operatori che cedono gli asset. Inoltre si tiene conto degli investimenti già fatti nel tempo e della forza lavoro. In dettaglio verrebbe modificato il comma 4 dell’articolo 50 del Codice delle comunicazioni. “Al fine di favorire lo sviluppo di investimenti efficienti in infrastrutture nuove e avanzate a banda ultralarga, qualora il trasferimento di beni relativi alla rete di accesso appartenenti a diversi operatori sia finalizzato all’aggregazione volontaria dei medesimi beni in capo a un soggetto giuridico non verticalmente integrato e appartenente a una proprietà diversa o sotto controllo terzi l’Autorità nell’imporre modificare o revocare gli obblighi specifici di cui al comma 4, determina adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito, tenendo conto anche del costo storico degli investimenti effettuati in relazione alle reti di accesso trasferite, della forza lavoro dell’impresa separata e delle migliori pratiche regolatorie europee e nazionali adottate in altri servizi e industrie a rete”.

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Di fatto il modello adottato è quello delle società energetiche di distribuzione come Snam o Terna. L’integrazione prevede che sia la rete Tim a confluire in quella di Open Fiber, operatore non verticalmente integrato e con proprietà diversa dal cedente. L’emendamento prevede inoltre che per favorire la nascita di una rete unica in fibra di evitare “possibili inefficienze derivanti dalla eventuale duplicazione di investimenti in infrastrutture nuove e avanzate a banda ultralarga”. L’aggregazione potrebbe essere favorita dalla stessa Agcom. L’emendamento stabilisce infatti che l’autorità per le comunicazioni “può indicare uno schema di eventuale aggregazione volontaria dei beni relativi alle reti di accesso appartenenti a diversi operatori in un soggetto giuridico non verticalmente integrato volto a massimizzare lo sviluppo di investiemnti efficienti in infrastrutture nuove e avanzate a banda ultralarga anche tenuto conto delle possibili inefficienze derivanti dall’eventuale duplicazione di investimenti”. In caso di attuazione l’Authority “determina gli adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito”.

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Sul fronte societario, domenica il cda di Tim nominerà il successore di Genish e i nomi che rimbalzano sono quelli di Luigi Gubitosi (commissario Alitalia) e Alfredo Altavilla. I rapporti tra i soci Vivendi e Elliott sono alquanto deteriorati dopo la sfiducia a Genish. Oggi da Barcellona il ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine ha rilevato che lo spin-off totale della rete Tim è “una follia, il rischio di un totale smantellamento del network si sta materializzando”. La situazione in Tim, è “molto delicata”, ha aggiunto De Puyfontaine, confermando che l’impegno di Vivendi “è a lungo termine”. Telecom, ha aggiunto, ha “un grande potenziale” e l’Italia “è parte della nostra strategia”. Da registrare anche la presa di posizione dei sindacati, contrari alla nomina di un nuovo ad. “Il cda annunciato per domenica – affermano – difficilmente potrà indicare una soluzione duratura. In queste condizioni è forse opportuno confermare la reggenza del presidente e aprire rapidamente un confronto con tutti gli attori, sotto la regia del Governo e con al centro l’interesse superiore del Paese, capace di indicare finalmente una prospettiva di consolidamento e di crescita che tuteli innanzitutto l’occupazione”.

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