Tim, prove di pace Elliott-Vivendi. E la Borsa brinda

Tim, prove di pace Elliott-Vivendi. E la Borsa brinda
L'amministratore delegato di Tim, Luigi Gubitosi
30 marzo 2019

Prove di pace in casa Telecom Italia. I vertici della principale compagnia telefonica del Paese all’inizio dell’assemblea dei soci hanno invitato a sotterrare l’ascia di guerra tra Elliott e Vivendi, che da oltre un anno si scontrano a colpi di comunicati stampa ed esposti alle autorita’ per garantirsi la gestione della societa’. I francesi, che nonostante siano il primo azionista della societa’ con il 23,9% del capitale sarebbero andati incontro a una sconfitta certa, con un colpo di scena hanno messo da parte i propositi piu’ bellicosi, rinunciando alla propria richiesta di revocare e sostituire 5 consiglieri. La proposta e’ arrivata all’apertura dei lavori assembleari dalla rappresentante del gruppo francese, Caroline Le Masne de Chermont: “Siamo disposti a dare credito all’amministratore delegato Luigi Gubitosi e in accordo con il suo suggerimento abbiamo deciso di non portare avanti la nostra richiesta di revocare e rimpiazzare 5 consiglieri”, e se ci “sara’ davvero un cambio di clima nel gruppo, l’Ad potra’ contare sulla nostra lealta’”.

Era stato lo stesso presidente di Tim, Fulvio Conti, a chiedere “di abbassare i toni” dello scontro tra gli azionisti, per tornare “a concentrarci sulle priorita’ del gruppo”, ovvero “il suo successo industriale e commerciale”. Tim, ha ricordato Conti, “e’ un campione nazionale purtroppo spesso bistrattato”, che invece meriterebbe “maggiore attenzione da parte di istituzioni, mondo politico e societa’ civile”; basta dunque “polemiche sterili” e si torni a lavorare “tutti assieme alla realizzazione del piano industriale”. Sulla stessa linea ha proseguito Gubitosi che ha invitato i soci “a superare le divisioni”, in modo che “si lavori insieme e in armonia”.

La rinuncia alla richiesta di revocare e sostituire i consiglieri “e’ stato un gesto coraggioso che va apprezzato”, Vivendi “ha tanto da dare a Tim”, ha osservato ancora l’Ad, per il quale, nel corso del tempo, “a mano a mano, si arrivera’ alla coesione”, elemento irrinunciabile perche’ si possa “sprigionare tutto il valore della societa’”. Apprezzamento per la mossa di Vivendi e’ stato espresso dalla stessa Elliott, che l’ha interpretata come “un chiaro segnale” che ci sia “un ampio supporto per il cda indipendente di Tim in carica”. Per il fondo di Paul Singer il risultato di oggi costituisce “una vittoria per Tim e spiana la strada alla creazione di valore stabile per tutti gli azionisti”.

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L’assemblea dei soci, oltre ad approvare i conti del 2018, e’ stata anche l’occasione per affrontare alcuni dei temi piu’ caldi sul tappeto, a partire dal negoziato sulla rete con Open Fiber: “Il concetto stesso di trattativa – ha spiegato Gubitosi – implica una discussione su chi avra’ i maggiori vantaggi. In questo caso specifico, pero’, si crea maggior valore e quindi e’ piu’ facile dividerlo che in una situazione stabile. Le trattative sono partite: come tutte le cose complesse hanno bisogno di tempo per maturare, ma siamo ottimisti”.

Il tentativo di pacificazione tra Elliott e Vivendi e’ stato accolto favorevolmente dal mercato, con il titolo Telecom Italia salito a Piazza Affari del 2,48% chiudendo a quota 0,5544 euro per azione. Del titolo in Borsa, ha commentato l’Ad, “non parlo”, pero’ “mi limito a notare che questo riavvicinamento tra gli azionisti e’ cio’ che auspicavano tutti gli investitori istituzionali”. Adesso pero’ la prova del nove e’ capire quanto durera’ la tregua, o se, come ha detto Gubitosi al termine dell’assemblea, siamo davvero di fronte “al primo passo di una lunga marcia che faremo assieme” con “rapporti molto piu’ distesi e collaborativi fra gli azionisti”.

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