Il patrimonio della Fondazione, tra gli ex colonnelli An finisce a carte bollate

Il patrimonio della Fondazione, tra gli ex colonnelli An finisce a carte bollate
26 marzo 2015

di Carlantonio Solimene

Il patrimonio della Fondazione Alleanza Nazionale ammonta a circa 200 milioni di euro. Eppure, a far deflagrare lo scontro tra gli ex colonnelli del partito di Fiuggi ne sono bastati 4 mila, quelli che l’ente ha destinato alla manifestazione “Una Destra per la Terza Repubblica” che si terrà il prossimo 28 marzo a Roma, derogando allo statuto che prevede il sostegno a iniziative esclusivamente volte al mantenimento della memoria storica di An. Il caso era stato sollevato alcuni giorni fa da Maurizio Gasparri, che ha imposto la discussione del tema nel CdA tenutosi ieri. In pratica, Gasparri – con l’appoggio di Altero Matteoli e Marco Martinelli – ha ottenuto che fossero stabiliti criteri più stringenti per vagliare l’erogazione di contributi, che dovrebbe comunque passare attraverso un comitato ristretto istituito all’interno dello stesso CdA. Capitolo chiuso? Per niente. Perché nonostante questa decisione il CdA ha comunque approvato il finanziamento alla manifestazione che vede, tra i vari promotori, le associazioni Prima l’Italia di Isabella Rauti, Forumdestra, Giornale d’Italia e altre. A quel punto, Gasparri e Matteoli hanno abbandonato la riunione e il vicepresidente del Senato di Forza Italia ha paventato contestazioni in altre sedi. A partire dalla Prefettura, che ha il compito di “vigilare” sulle fondazioni. Tanta la carne al fuoco: “A questo punto chiederemo conto di tutto – minaccia Gasparri – del bilancio preventivo che doveva essere approvato così come della situazione degli immobili, che in molti casi sono stati trasformati in sedi di partito senza che nessuno paghi l’affitto”.

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Non è stata questa l’unica grana discussa nel CdA, dal quale peraltro erano assenti Giorgia Meloni, Antonino Caruso, Maurizio Leo e Giuseppe Valentino. Il presidente Franco Mugnai, infatti, ha comunicato ai consiglieri altre due contestazioni piovute sul tavolo della Fondazione. La prima, partita dall’iscritto Roberto Ruocco, riguarda la proroga dell’assegnazione del simbolo di An a Fratelli d’Italia. Una scelta – sottolinea Rocco – che “costituisce una palese e illegittima violazione degli scopi e delle finalità della Fondazione” e “comporterebbe la definitiva attribuzione della denominazione e simbolo Alleanza Nazionale all’associazione Fratelli d’Italia, comportando la perdita di beni immateriali della Fondazione e il conseguente depauperamento del suo patrimonio”. La seconda contestazione, invece, è arrivata da Antonio Buonfiglio ed Enzo Raisi, da tempo impegnati in una lotta senza quartiere all’ente. I due hanno infatti allertato la prefettura sulle modalità con cui è stato eletto il Comitato dei partecipanti di diritto e degli aderenti, avvenuto a inizio febbraio. “L’operazione – scrivono – mira a blindare la governance della Fondazione in spregio a qualsiasi meccanismo di controllo partecipativo in vista dell’assemblea degli eletti”. Il viceprefetto Vaccaro ne ha approfittato per chiedere chiarimenti a Mugnai. Il nodo sta nel ruolo del comitato, che ha il compito di rieleggere il Consiglio d’Amministrazione in caso di scioglimento ma, di fatto, è stato selezionato dallo stesso CdA attualmente in carica. Bizantinismi, minacce, azioni legali. L’ennesimo congresso di An rischia di tenersi in un aula di tribunale.

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