Tre casi di virus chikungunya ad Anzio, sospese donazioni di sangue. Regione Lazio: “Situazione sotto controllo”

Tre casi di virus chikungunya ad Anzio, sospese donazioni di sangue. Regione Lazio: “Situazione sotto controllo”
8 settembre 2017

L`Istituto Superiore di Sanità e l`INMI Spallanzani hanno identificato tre casi chikungunya nella zona di Anzio. Si tratta di una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette, che provoca esantemi e dolori articolari anche molto persistenti, con rare complicanze più gravi e rarissimi esiti fatali. I pazienti, spiega l’ISS, hanno riferito la comparsa dei sintomi nel mese di agosto e nessuno di essi aveva viaggiato all`estero nei 15 giorni che hanno preceduto a l`insorgenza dei sintomi. Al momento quindi l`ipotesi più verosimile è che i casi si siano infettati nell`area di domicilio. Sulla base delle informazioni attualmente disponibili, il rischio complessivo di un’ulteriore diffusione è considerato basso a livello regionale e molto basso al livello nazionale ed internazionale. Sono state perciò immediatamente attuate tutte le misure di controllo e di prevenzione, in collaborazione con il Servizio Regionale per l’Epidemiologia, Sorveglianza e controllo delle Malattie Infettive della Regione Lazio e il supporto del Ministero della Salute, previste nell`ambito del “Piano Nazionale di sorveglianza e risposta alle arbovirosi trasmesse da zanzare (Aedes sp.)”.

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Per contrastare l`epidemia, fa sapere ancora l’Istituto, sono state messe in campo una sorveglianza epidemiologica attiva dei nuovi casi; un`indagine retrospettiva per identificare i casi che attualmente non è ancora possibile definire; una sorveglianza della zanzara tigre per descrivere il vettore presente nell`area e l`entità di tale presenza; sono state, inoltre, sospese le donazioni di sangue nell`area colpita e pertanto il rischio di infettarsi attraverso la donazione è anch`esso considerato molto basso; sono state attuate misure di disinfestazione per ridurre ulteriormente il rischio di contagio. Intanto, la Regione Lazio comunica che “a seguito della denuncia di tre casi di febbre con tipiche manifestazioni influenzali (infezione da virus Chikungunya), la Asl RM 6 e l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Lazio e Toscana hanno individuato nei giorni scorsi in una zona di Anzio la presenza di alcune insetti, per la precisione zanzare, che provocano una sindrome influenzale di breve durata (massimo tre giorni) con dolori articolari. Già nella giornata di ieri l’Istituto Superiore di Sanità, su richiesta della Regione, ha posizionato alcune `esche speciali’ per indicare tutte le aree dove eventualmente sono presenti le larve”, spiegando che “la situazione è sotto controllo”.

CHE COSA E’ LA CHIKUNGUNYA

La chikungunya è una malattia virale caratterizzata da febbre acuta e trasmessa dalla puntura di zanzare infette. La prima epidemia nota è stata descritta nel 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un`epidemia in Indonesia forse attribuibile allo stesso agente virale. A partire dagli anni Cinquanta, varie epidemie di chikungunya si sono verificate in Asia e in Africa. In Europa nell’agosto 2007 sono stati notificati i primi casi autoctoni in Emilia Romagna. Il virus responsabile della Chikungunya appartiene alla famiglia delle togaviridae, del genere degli alphavirus. È trasmesso dalle zanzare del genere Aedes, come Aedes aegypti (la stessa che trasmette la febbre gialla e la dengue) ed è presente soprattutto in zone rurali, mentre è raro o addirittura assente in vicinanza dei centri abitati. Un altro importante vettore è Aedes albopictus, comunemente chiamata “zanzara tigre”, che è anche presente nei centri abitati del nostro paese. Dopo un periodo di incubazione di 3-12 giorni, si manifesta una sintomatologia simil-influenzale che include febbre alta, brividi, cefalea, nausea, vomito e soprattutto importanti artralgie (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”), tali da limitare molto i movimenti dei pazienti che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e assumere posizioni antalgiche. Si può sviluppare anche un esantema maculopapulare pruriginoso. Il tutto si risolve spontaneamente, in genere in pochi giorni, ma i dolori articolari possono persistere anche per mesi. Le complicanze più gravi sono rare e possono essere di natura emorragica (ma non in modo così grave come nella dengue) entro 3-5 giorni, o neurologica, soprattutto nei bambini. In rarissimi casi la chikungunya può essere fatale, più che altro in soggetti anziani con sottostanti patologie di base. (Fonte: Istituto superiore di Sanità)

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