A trent’anni dall’estinzione, nei fiumi del Nord Italia torna il “re storione” grazie agli allevamenti

14 giugno 2018

A trent’anni dall’estinzione, causata soprattutto dalla pesca illegale e dall’inquinamento, nei fiumi del Nord, dal Ticino al Tagliamento, sono sempre più spesso avvistati giovani storioni. Merito degli esemplari reintrodotti negli ultimi anni dalle vasche degli allevamenti della Val Padana, che fanno dell’Italia il secondo produttore al mondo di caviale.

Un progetto di ripopolazione che sta dando buoni frutti anche se manca ancora l’evidenza scientifica della capacità di questi pesci di riprodursi nell’habitat naturale, come evidenzia Leonardo Congiu, docente dell’Università di Padova e membro del World Sturgeon Conservation Society. “Potrebbero anche essere state effettuate delle riproduzioni naturali – ha precisato -, sarebbe carino avere anche evidenza scientifica di queste. Soprattutto sarebbe molto interessante riuscire a capire se queste riproduzioni, sempre ammesso che avvengano, sono ricorrenti ogni anno o si tratta di episodi occasionali”.

Di certo questi storioni, controllati attraverso un microchip, hanno dimostrato di saper sopravvivere in natura anche più di dieci anni e ora la sfida è aumentarne la resistenza. “La diversità genetica – ha sottolineato ancora il docente – è il potenziale adattativo delle popolazioni. Se una popolazione deve fare fronte a una serie di cambiamenti ambientali o di pressioni selettive è importante che la popolazione sia la più variabile possibile”. Per questo si tenta di pianificare gli incroci e Paolo Bray, fondatore e direttore della Ong Friend of the Sea si candida per il coordinamento dei rilasci. “Il nostro coinvolgimento – ha detto – è relativamente recente, è degli ultimi dodici mesi, credo che possiamo giocare un ruolo importante”. Intanto a fianco di molti sbarramenti presenti nel Po e nei suoi affluenti sono state costruite apposite scale d’acqua per permettere agli storioni in primavera di risalire i corsi d’acqua e deporre le uova.

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