Il Tribunale di Milano, Riina può partecipare al processo

Il Tribunale di Milano, Riina può partecipare al processo
11 luglio 2017

No alla sospensione del processo, no alla perizia sulla sua capacità di partecipare al giudizio e no neppure all’acquisizione delle sue cartelle cliniche. La relazione messa a punto dal dottor Michele Riva, primario del reparto di medicina interna dell’Ospedale Maggiore di Parma, basta per certificare che Totò Riina è in condizione di partecipare coscientemente in giudizio. Lo hanno stabilito i giudici del Tribunale di Milano bocciando tutte le richieste presentate del difensore del boss di Corleone, imputato nel capoluogo lombardo per le presunte minacce rivolte al direttore del carcere di Opera. E’ vero che nella relazione medica il “capo dei capi” viene descritto come un uomo “a rischio di morte improvvisa” soprattutto per la cardiopatia che lo affligge. Ma, come ha sottolineato Raffaele Martorelli, presidente dell’Ottava Sezione Penale del Tribunale di Milano, lo stesso documento sancisce che “allo stato attuale il degente è vigile e collaborante, discretamente orientato nel tempo e nello spazio”.

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Indicazioni che appaiono al Tribunale “esaustive” e dunque sufficienti per accertare la capacità di Riina di partecipare al processo. Secondo il suo difensore, l’avvocato Mirko Perlino, proprio le sue cattive condizioni di salute gli impediscono di partecipare coscientemente al dibattimento in cui è imputato. Da qui le richieste della difesa di sospendere il procedimento, acquisire le cartelle cliniche redatte dai medici del reparto dell’Ospedale di Parma, dove il “capo dei capi” è detenuto in regime di 41 bis, ed eventualmente disporre una perizia tecnica sulla capacità di stare in giudizio. Tutte istanze bocciate dal Tribunale che ha ritenuto “non necessari” ulteriori approfondimenti sullo stato di salute del boss. “E’ la Suprema Corte di Cassazione – ha spiegato il presidente dei giudici in un passaggio della sua ordinanza di rigetto – a sancire che l’imputato è incapace di stare in giudizio soltanto quando non comprende ciò che avviene”. Condizioni che nel caso di Riina “non sussistono” proprio perché dalla relazione medica acquisita dal Tribunale “non emergono dubbi sulla capacità dell’imputato a stare in giudizio”. Il processo milanese contro Riina, dunque, va avanti. Si tornerà in aula il 17 ottobre con l’audizione dei primi testimoni.

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