Tribunale di sorveglianza: Dell’Utri resta in carcere, potrebbe scappare. La moglie: vergogna essere italiani

Tribunale di sorveglianza: Dell’Utri resta in carcere, potrebbe scappare. La moglie: vergogna essere italiani
L'ex senatore di Fi, Marcello Dell'Utri
6 febbraio 2018

Il Tribunale di sorveglianza di Roma ha respinto la richiesta di scarcerazione per motivi di salute avanzata dai difensori dell’ex parlamentare Marcello Dell’Utri. L’ex esponente di Forza Italia e’ attualmente detenuto nel carcere romano di Rebibbia dove sta scontando una pena a 7 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo quanto accertato dai medici di Rebibbia, che hanno inviato una serie di relazioni ai giudici di Sorveglianza, Dell’Utri e’ affetto da una cardiopatia e una forma di diabete grave e a luglio scorso gli e’ stato diagnosticato un tumore maligno alla prostata. Nel corso di una udienza straordinaria, svolta il 2 febbraio scorso, i difensori dell’ex parlamentare, gli avvocati Alessandro De Federicis e Simona Filippi hanno spiegato che anche “il garante dei detenuti sostiene che sia il carcere che le strutture protette sono inadeguate per le cure di cui ha bisogno Dell’Utri”. I penalisti chiedevano, quindi, gli arresti domiciliari ospedalieri presso l’istituto Humanitas di Milano. Gia’ il 5 dicembre scorso i giudici di piazzale Clodio avevano detto no alla scarcerazione. Dunque, per il tribunale di sorveglianza, Dell’Utri puo’ stare in carcere perche’ le patologie di cui soffre non sono in stato avanzato e lui, che e’ in grado di deambulare, potrebbe anche scappare. Per i giudici, in pratica, l’ex parlamentare puo’ essere curato presso i reparti Sai (Servizi ad assistenza intensificata) previsti nelle carceri e non sarebbe una ipotesi percorribile quella di sottoporlo alle terapie necessarie senza il braccialetto elettronico.

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A pesare poi sulla situazione generale e’, infine, la recente richiesta di condanna a 12 anni di reclusione avanzata dalla Procura di palermo nel processo sulla cosiddetta trattativa ‘Stato-Mafia’, che vede l’ex senatore di Forza Italia imputato di minaccia e violenza a corpo politico dello Stato. Secondo il tribunale di Roma, e’ possibile che altre future pene possano essere inflitte a carico di Dell’Utri, gia’ alle prese con altri procedimenti penali. “Se viene negato” il diritto alla salute, “bisogna vergognarsi di essere italiani. Ci stupiamo di Turchia e Venezuela, ma evidentemente non sappiano guardare in casa nostra”: cosi’ Miranda Ratti, moglie di Marcello Dell’Utri, intervistata da Tgcom24. Dopo il no alla scarcerazione del marito, la donna parla di “accanimento”, contro il quale “non c’e’ nulla da fare”, ribadendo che la richiesta di sospensione della pena era stata fatta solo perche’ il marito, detenuto a Rebibbia, potesse curarsi “in una struttura adeguata, polifunzionale e ben strutturata”. “Sembra inutile dire – aggiunge la moglie di Dell’Utri – che nella magistratura non ho nessuna fiducia perche’ anche quest’ultima istanza dimostra un accanimento, e contro l’accanimento, se uno e’ prevenuto, non c’e’ nulla da fare. E’ una sentenza assurda che va a nuocere non solo alla salute di mio marito e alla nostra famiglia, ma allo Stato di diritto, perche’ i principi della Costituzione non vengono assolutamente rispettati”.

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