Trump cambia versione: “Pornostar pagata per tacere”

Trump cambia versione: “Pornostar pagata per tacere”
La pornostar Stormy Daniels e il suo legale, Michael Cohen
4 maggio 2018

Messo in difficolta’ dalla pornostar Stormy Daniels, il presidente americano Donald Trump ha cambiato strategia e ha ammesso di aver rimborsato al suo avvocato i 130.000 dollari versati, alla vigilia delle elezioni 2016, alla donna in cambio del silenzio sulla relazione che lei sostiene ci sia stata tra loro due. Si complica dunque la posizione del presidente in relazione all’affaire con la pornodiva. Trump ha tuttavia smentito il rapporto e aggiunto che i soldi non provenivano da fondi elettorali (nonostante la sospetta coincidenza temporale). Finora Trump aveva sempre detto di non saper nulla di quei 130.000 dollari, versati dal suo avvocato personale, Michael Cohen, alla bionda attrice di film per adulti. La pornostar e l’immobiliarista diventato presidente sono impegnati in una battaglia legale da quando, ad inizio dell’anno, e’ emerso sulla stampa che Cohen aveva effettuato il pagamento all’attrice porno poco prima delle elezioni presidenziali nel 2016; un pagamento fatto presumibilmente perche’ la pornostar non rivelasse il rapporto sessuale che avrebbe avuto con Trump nel 2006, poco dopo che le sue nozze con l’attuale first lady, Melania. La transazione potrebbe aver violato le leggi degli Stati Uniti sui finanziamenti elettorali, visto che lo scopo era di preservare una buona immagine di Trump come candidato, in un momento particolarmente critico del processo elettorale.

I tre ‘tweet’ di buon mattino di Trump

Con tre ‘tweet’ di buon mattino e uno dietro l’altro, il presidente americano ha detto che Cohen fu pagato con soldi che non provenivano dalla campagna elettorale per le presidenziali, ma “erano semplicemente un rimborso”. “Il denaro dalla campagna, o i contributi della campagna, non giocarono alcun ruolo in quella transazione”. “Cohen, un avvocato, ricevette un anticipo sugli emolumenti mensili, (…) che non avevano niente a che fare con la campagna elettorale, e con il quale ha concluso, con un rimborso, un contratto privato tra due parti. Questi accordi (di riservatezza) sono molto comuni tra le celebrita’ e i ricchi. In questo caso, e’ in pieno vigore”. I tweet dunque sembrano confermare un passaggio nodale gia’ anticipato dall’ex sindaco di New York e suo avvocato, Rudolph Giuliani. Alcune ore prima l’ex sindaco di New York, ora avvocato del presidente, aveva detto assolutamente a sorpresa che Trump rimborso’ al suo legale Michael Cohen i 130.000 dollari pagati alla pornostar Stormy Daniels. Finora il presidente aveva sempre detto che non era a conoscenza della transazione e non sapeva da dove il denaro provenisse. Il presidente ne aveva parlato per la prima volta il 5 aprile scorso a bordo dell’aereo presidenziale Air Force One. Alla domanda se fosse a conoscenza del pagamento di Cohen a Stormy Daniels aveva risposto secco: “No”.

L’affaire Stormy Daniels si sta trasformando in una battaglia giudiziaria

Gli era stato chiesto se sapeva perche’ l’avvocato avesse fatto quel pagamento: “Dovete chiederlo a Michael Cohen, Michael e’ il mio avvocato”. “E sa dove ha trovato i soldi per effettuare il pagamento?”, aveva anche insistito un giornalista. “No, non lo so”. Giuliani, tuttavia, ha detto oggi che il pagamento non poteva violare alcuna legge elettorale perche’ il denaro non proveniva da fondi elettorali. E Trump l’ha ripetuto. L’accordo, aggiunge ora il presidente americano, e’ “in pieno vigore ed efficace, sara’ utilizzato nell’arbitrato per chiedere i danni alla signora Clifford (in arte, Stormy Daniels) e fu utilizzato “per fermare le accuse false e il suo ricatto sulla relazione nonostante la pornostar avesse gia’ firmato una lettera dettagliata ammettendo che non c’era (stata) nessuna relazione”. L’affaire Stormy Daniels si sta dunque trasformando in una vera e propria battaglia giudiziaria, pieno di colpi di scena: Cohen si e’ visto l’ufficio perquisito dagli investigatori dell’Fbi, la donna ha avviato due procedimenti giudiziari: oltre al ricorso contro l’accordo di riservatezza che ha firmato, Stormy Daniels ha anche citato in giudizio Trump per diffamazione. Michael Avenatti, l’avvocato della donna ha prontamente reagito, accusando Trump di “aver apertamente mentito”.

La telefonata intercettata dal Fbi

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