Trump chiese a Zelenski di indagare Biden e figlio. Hillary Clinton, sì a impeachment

25 settembre 2019

Il presidente statunitense, Donald Trump, ha chiesto all’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, di collaborare con il segretario alla Giustizia, William Barr, e con il suo avvocato personale, Rudy Giuliani, per indagare su Joe Biden, accusato dall’attuale amministrazione di aver fatto pressioni per il licenziamento del procuratore generale ucraino che stava indagando sulla società Burisma, per cui lavorava il figlio Hunter. È questo uno dei punti più importanti che emergono dalla trascrizione della telefonata tra i due leader, lo scorso 25 luglio: non solo Trump chiese a Zelensky di indagare, ma gli propose la collaborazione dell’amministrazione statunitense. “Si parla molto del figlio di Biden, che Biden fermò le indagini e molte persone vogliono saperne di più, quindi sarebbe grandioso se tu potessi fare qualsiasi cosa con il segretario alla Giustizia” disse Trump a Zelensky. “Biden – aggiunse – andava in giro a vantarsi di aver fermato le indagini, quindi se potessi indagare…mi sembra una cosa orribile”. Il dipartimento di Giustizia, in una nota, ha affermato che Trump non ha mai parlato con Barr di un’indagine sull’Ucraina e che Barr non ne ha mai discusso con Giuliani.

Verità scottanti quelle che emergono dalle trascrizioni della telefonata fra il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump,e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky che hanno scatenato inevitabilmente una marea di polemiche. A Washington, la speaker democratica della Camera Nancy Pelosi ha annunciato l’avvio di “un’inchiesta formale per un impeachment” del presidente per violazione della Costituzione. Pelosi, incerta se l’impeachment in piena campagna elettorale fosse una buona strategia, alla fine ha ceduto alle pressioni della maggioranza del partito democratico. Determinato, invece, ol presidente della commissione Intelligence della Camera americana, Adam Schiff, che ha dichiarato che la telefonata tra il presidente, Donald Trump, e l’omologo ucraino, Volodymyr Zelensky, “presenta prove piu’ convincenti del previsto”. Per Schiff “ci sono forti prove che Trump abbiamo commesso un reato che lo potrebbe portare al ritiro”.

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Per Alexandria Ocasio Cortez, una delle democratiche più in vista e più agguerrite, “credo che ora il partito sia molto più unito e che ci sia molta meno incertezza se si debba fare o no. Ora parliamo di come farlo”. Anche all’interno dei repubblicani regna imbarazzo. Il senatore repubblicano Mitt Romney ha definito “profondamente preoccupante” la telefonata tra il presidente americano, Donald Trump, e il suo omologo ucraino, Volodymyr Zelensky. Trump, ha difeso il contenuto della telefonata con il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, la cui trascrizione è stata da poco diffusa dalla Casa Bianca. Il presidente Usa ha spiegato di non avere detto nulla di sbagliato e che l’avvio di un’inchiesta per un suo impeachment da parte della Camera controllata dai democratici è una “disgrazia”. Secondo Trump, si è trattato di una telefonata “irrilevante”, anche se dal documento emerge che ha chiesto all’omologo Volodymyr Zelensky di indagare sul figlio di Joe Biden. “Voglio vedere altri Paesi aiutare l’Ucraina” ha aggiunto il presidente, nel corso di una sessione Onu dedicata al Venezuela. Nella telefonata Trump aveva ricordato a Zelensky che gli Stati Uniti fanno molto per l’Ucraina, al contrario degli Stati dell’Unione europea.

In sostanza, Trump continua a parlare di “caccia alle streghe”, mantra che viene ripetuto anche al Congresso, i repubblicani almeno di facciata continuano a difenderlo. Con le elezioni l’anno prossimo, la scelta fra abbandonare Trump o sostenerlo fino all’estremo è ardua. Steve Scalise, deputato repubblicano della Louisiana: “E’ imbarazzante che la speaker Pelosi continui questa caccia alle streghe. Ci hanno provato con l’inchesta Mueller e quando è stato chiaro che non c’era collusione avrebbero dovuto smetterla ma insistono. Continuano con la caccia alle streghe, perché non sono d’accordo col risultato del 2016”. “Il presidente degli Stati Uniti ha tradito il nostro paese. E’ un pericolo chiaro a tutte le cose che ci rendono forti e al sicuro. Sostengo l’impeachment”. Lo twitta Hillary Clinton, l’ex segretario di stato ed ex candidata alla Casa Bianca, sconfitta proprio da Donald Trump nel 2016. Bill Clinton, suo marito, e’ stato uno dei tre presidenti nei confronti dei quali e’ stata in passato avviata la procedura.

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