Trump sempre più solo, decine di amministratori lo abbandonano: “Non c’è posto per il razzismo”

Trump sempre più solo, decine di amministratori lo abbandonano: “Non c’è posto per il razzismo”
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump
17 agosto 2017

Anche in questo caso ha voluto dare l’impressione di essere lui a decidere il gioco. Così, dopo la fuoriuscita di diversi amministratori delegati dai consigli del presidente americano, Donald Trump ha preferito scioglierli. “Invece di fare pressione agli uomini d’affari del Manufacturing Council e dello Strategy and Policy Forum, metto fine a entrambi. Grazie a tutti!”, ha scritto il presidente su Twitter, poco dopo l’ennesima mossa degli amministratori delegati: nel primo pomeriggio di ieri infatti Stephen A. Schwarzman, a.d. di Blackstone e una delle persone più fidate di Trump all’interno della comunità del business di New York, ha organizzato una riunione telefonica per decidere in che modo procedere. La decisione finale è stata quella di lasciare tutti insieme il consiglio. Tra i nomi ci sono quelli di Laurence D. Fink do BlackRock, Ginni Rometty di IBM, Rich Lesser di Boston Consulting e Toby Cosgrove di Cleveland Clinic. “Non c’è assolutamente posto per l’intolleranza, il razzismo e la violenza in questo Paese” perché “sono un affronto ai valori americani chiave”, ha detto in una dichiarazione lo Strategic and Policy Forum. La loro scelta segue quella di mercoledì mattina di Denise Morrison del gruppo Campbell Soup e quella di Inge Thulin di 3M.

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Tutti si sono dimessi per le dichiarazioni di Trump in seguito alla manifestazione di gruppi di suprematisti bianchi a Charlottesville, in Virginia, dove una ragazza di 32 anni ha perso la vita. Trump dopo aver condannato i razzisti in ritardo di tre giorni, ieri, in una conferenza stampa, ha ancora una volta dato la colpa ad “entrambe le parti” e alla “alt-left”, la sinistra radicale, come Trump l’ha definita. Il primo a lasciare uno dei consigli di esperti del presidente è stato Kenneth C. Frazier, a.d. afroamericano del colosso farmaceutico Merck. Trump aveva accolto la sua decisione con rabbia: prima con un tweet, sostenendo che avrebbe avuto più tempo per abbassare il costo dei farmaci, poi con una dichiarazione, ricordando che non si tratta di una grossa perdita perché “Merck produce all’estero e non negli Stati Uniti e deve ritornare a produrre qui”. Martedì invece, poco dopo la conferenza stampa di Trump, tre leader sindacali e attivisti no profit avevano lasciato il consiglio. Allo stesso tempo l’a.d. di Walmart ha pubblicato una lettera ai suoi dipendenti in cui condannava Trump e la sua gestione del potere. Solitamente i consigli di esperti sono del tutto privi di potere e hanno un valore cerimoniale. Con Trump tuttavia avevano assunto un valore sempre più importante: i membri infatti avevano il compito di difendere le idee poco popolari di Trump all’interno delle loro comunità di riferimento.

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