Tutti insieme nel centrodestra, ma non appassionatamente

Tutti insieme nel centrodestra, ma non appassionatamente
Il leader di Forza Italia, Silvio Berlusconi
4 novembre 2017

Silvio Berlusconi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni hanno in Sicilia un candidato unico, Nello Musumeci, che peraltro viene accreditato dai sondaggi come possibile vincitore. Ma è l’unica cosa che li unisce. Emblematica la giornata di giovedì: tutti e tre i leader sono in Sicilia, tutti e tre sono a Catania, ma ognuno di loro in una piazza diversa, con un proprio evento. E anche la cena che avrebbe dovuto sancire il “patto dell’arancino”, diventa un ammazzacaffè a tarda ora, per non far saltare un appuntamento ormai annunciato. Insomma, uniti per forza. Perchè la legge elettorale siciliana lo impone, come lo impone il Rosatellum a livello nazionale. Ma le distanze restano evidenti. Fisiche, nelle piazze diverse di Catania, e politiche. Con Berlusconi che sceglie i Cinque Stelle come il principale bersaglio della sua campagna e Salvini che – pur criticandoli – continua a proporre un eventuale dialogo post elettorale. Tensioni che continuano a covare, nonostante l’ottimismo unitario sfoggiato dal leader di Forza Italia. Con le scorie dei referendum autonomisti nei rapporti tra Salvini e Meloni, e con la sfida per la leadership tra il segretario leghista e il presidente di Fi. Con Berlusconi che rivendica “naturalmente” la guida dello schieramento, e Salvini che lo sfida nelle urne: “Chi prende più voti va a palazzo Chigi, e io sono pronto”, è il refrain. E con le schermaglie su programma e composizione di governo: “Non ne abbiamo ancora parlato”, dice Meloni. “Siamo d’accordo al 95% – dice da due anni l’ex Cavaliere – e Salvini ha cambiato idea sull’uscita dall’euro”. “Niente affatto, è male informato”, ribatte il leghista. Continue punture di spillo, in una convivenza forzata che comunque dovrà reggere fino alle elezioni politiche. L’eventuale vittoria di Musumeci, candidato imposto da Meloni e Salvini a Forza Italia, potrà dare slancio all’alleanza ma il “patto dell’arancino” non è stato firmato, per il dopo voto le mani sono ancora libere per tutti.

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