Ue: arresto ministri catalani? Non siamo competenti. Mandato arresto europeo per Puigdemont

Ue: arresto ministri catalani? Non siamo competenti. Mandato arresto europeo per Puigdemont
Annika Breidthardt, una portavoce della Commissione europea
3 novembre 2017

In Spagna sono in prigione i ministri del governo autonomo catalano, destituito venerdì scorso dal governo centrale di Madrid, ma per la Commissione europea non sta succedendo nulla che richieda una reazione, e neanche un commento, dal punto di vista del diritto comunitario e dello stato di diritto. E il mandato d’arresto europeo emesso dal procuratore generale spagnolo per il presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, che attualmente è in Belgio, “è una questione che riguarda interamente le autorità giudiziarie” dei due Paesi, “di cui noi rispettiamo appieno l’indipendenza”, ha detto oggi a Bruxelles una portavoce della Commissione europea, Annika Breidthardt, rispondendo (anzi, non rispondendo) alle domande di decine di giornalisti della stampa internazionale durante il “briefing” di mezzogiorno dell’Esecutivo comunitario. Il mandato d’arresto europeo è una “Decisione quadro” del Consiglio Ue del 13 giugno 2002, per la quale, in effetti, la Commissione europea non ha il potere del controllo d’attuazione, come avviene invece, in generale, per i regolamenti e le direttive della normale legislazione comunitaria. La Decisione quadro 2002/584/GAI ha sostituito, fra gli Stati membri, le lunghe e macchinose procedure di estradizione che esistono tuttora nelle relazioni fra i Paesi dell’Ue e gli Stati terzi, e che prevedono un passaggio “politico” con l’intervento dei governi (in particolare, i ministri degli Esteri) che hanno potere decisionale in materia. Con il mandato d’arresto europeo, invece, c’è un rapporto diretto, basato sul mutuo riconoscimento, fra l’autorità giudiziaria del paese che emette l’ordine di cattura e quella del paese in cui si trova il ricercato, ed è anche previsto che il trasferimento avvenga – in assenza di ragioni valide per bloccarlo – entro 60 giorni, e addirittura 10 giorni se la persona interessata è d’accordo per essere estradata. Per 32 crimini indicati all’Articolo 2 della Decisione quadro non è necessario che vi sia lo stesso o un analogo reato previsto dall’ordinamento giudiziario del Paese in cui si trova il ricercato (“doppia incriminazione”). Per tutti gli altri reati, invece, l’autorità giudiziaria dello Stato membro interessato può rifiutarsi di eseguire il mandato d’arresto europeo. Da notare che, nel caso di Puigdemont, solo l’accusa di malversazione potrebbe (forse) rientrare nella lista dell’Articolo 2 (sotto “corruzione” o “frode”), mentre non sono previsti i reati di sedizione e ribellione.

Intanto, sono rinchiusi nel carcere di Madrid VII a Estremera, a 67 chilometri dalla capitale spagnola, il vicepresidente catalano Oriol Junqueras e gli altri otto ex ministri accusato di sedizione e ribellione. Junqueras, immortalato dai fotografi all’entrata della prigione, si comporta in modo “molto corretto”, hanno assicurato fonti del penitenziario. Del gruppo fanno parte anche il ministro dell’Interno Joaquim Forn, Raul Romeva, Jordi Turull, Josep Rull, Carles Mundo’ e Santi Vila, che inizialmente erano destinati ad altri penitenziari. Due ex ministre sono invece recluse nel carcere femminile di Alcala’ de Henares, a 31 chilometri da Madrid.  I detenuti hanno trascorso la prima notte nel padiglione di ingresso, una luogo del carcere recentemente riammodernato, per poi essere trasferiti nelle celle che sono state visionate la scorsa notte dal direttore del carcere. Li’ potranno vedere la tv ma dovranno pagarsela, come ogni altro servizio extra, con una carta prepagata con un massimo di 100 euro di spesa a settimana che dovranno ricaricare parenti e amici. Il padiglione e’ composto da due settori: uno piu’ piccolo, al secondo piano, ospita i detenuti di ‘fiducia’, quelli impegnati nei lavori di ordinanza; l’altro piu’ grande, al primo piano ci sono invece di detenuti in regime di isolamento. Abitualmente per i nuovi arrivi si utilizzano le celle qi questo secondo reparto. Fonti del carcere assicurano che dalle finestre delle loro celle, Junqueras e gli ex ministri sentiranno le grida e le conversazioni degli altri detenuti. Estremera e’ la prigione spagnola che negli ultimi sei anni ha registrato il piu’ alto numero di aggressioni a funzionari carcerari: 124, ha riferito El Pais. Mercoledi’, nel padiglione n.2, c’e’ stata una rissa tra prigionieri e il giorno dopo altre due, nello stesso posto. Il carcere e’ famoso anche come luogo di detenzione di un membro di spicco del Pp del premier Mariano Rajoy, Francisco Granados, il nome piu’ illustre dei 51 imputati nel quadro dell’operazione ‘Punica’, che nel 2014 smantello’ un diffuso sistema di corruzione che fece implodere il partito. Nelle sue 1.008 celle hanno soggiornato, tra gli altri, il re del porno spagnolo Ignacio Allende, conosciuto anche come Torbe; Sergio Morate, condannato per l’omicidio di due ragazzine; Luis Pineda, presidente di Ausbanc.

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