Ultimo duello Salvini-Di Maio, il leghista contro le scelte del Colle

29 agosto 2019

Al Colle va di scena l’ultima resa dei conti tra Matteo Salvini e Luigi Di Maio. Poco prima delle 18:30, il capo del partito di via Bellerio entra nella Loggia della vetrata, al termine del secondo giro di consultazioni della crisi di governo. Salvini fa un’invettiva durissima contro il governo che si appresta a nascere, sostenendo che sara’ guidato da un premier “scelto” al G7 di Biarritz, dopo che, in una diretta Facebook all’ora di pranzo, aveva parlato di esecutivo del “tradimento” ad opera di “venduti, sconfitti e disperati”, e in un tweet aveva sostenuto che “non servono sondaggi per capire che la grande maggioranza degli italiani chiede di votare” mentre “negare questo diritto significa negare la democrazia”. Al Quirinale, dopo il colloquio con Sergio Mattarella, il capo della Lega e’ ancora piu’ duro, se possibile: critica la decisione di dare spazio alla ricerca di un’altra maggioranza in Parlamento dopo la crisi da lui stesso provocata, stigmatizzando la scelta di non andare al voto anticipato.

Cosi’ si sottopone il Paese, “ostaggio dei 100 parlamentari” renziani “cacciatori di poltrona”, alla “lunga agonia” del governo tra gli ex alleati e il Pd, che ha come unico “collante” la “vendetta” nei confronti della Lega. “Al presidente Mattarella abbiamo detto che se nascesse questo governo ognuno si prendera’ davanti agli italiani la responsabilita’ di quello che ha fatto e di quello che non ha fatto”, avverte Salvini. “Si votera’ in nove regioni italiane nei prossimi mesi. Almeno queste elezioni non le possono sottrarre…”, attacca poi. “Comunque vada il giudizio popolare prima o poi lo devi affrontare”. Ma il colpo di scena arriva dalle parole di Luigi Di Maio, che confermano quanto emerso nelle indiscrezioni giornalistiche dei giorni scorsi. Ovvero che Salvini – trovatosi davanti alla possibilita’ di una trattativa tra i 5 stelle e i dem – ha proposto al collega vice premier una riedizione del governo M5s-Lega con il capo pentastellato ‘promosso’ a Palazzo Chigi. Di Maio sceglie di ‘svelare’ il piano dell’ex alleato in pubblico, concludendo il suo discorso nella Loggia della vetrata.

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“Si sono alimentate tante polemiche sulla mia persona”, scandisce, manifestando sorpresa visto che “in una fase cosi’ delicata qualcuno ha pensato al sottoscritto piuttosto che al bene del Paese”. Ma Di Maio gioca a carte scoperte tanto da rivelare ai giornalisti al Quirinale, dopo il colloquio con Sergio Mattarella: “la Lega mi ha proposto di propormi come premier per il M5s e mi ha informato di averlo comunicato anche a livello istituzionale”. “Li ringrazio con sincerita’ ma con la stessa sincerita’ dico che penso al bene di questo Paese e a non me”, e’ il diniego del capo politico M5s, che sembra cosi’ togliersi qualche ‘sassolino’. Dalla Lega si conferma la circostanza, anche se si preferisce parlare di “disponibilita’, non offerta”. Ma ormai sembra solo storia passata.

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