In un antico sigillo l’ultimo mistero di Omero. Studiosi a lavoro

In un antico sigillo l’ultimo mistero di Omero. Studiosi a lavoro
Il sigillo d'agata trovato a Pylos nella tomba del Guerriero del Grifone come è apparto agli archeologi dopo la pulitura
25 novembre 2017

Quando c’e’ di mezzo Omero due ingredienti non mancano mai: fascino e mistero. E cosi’, persino un sigillo scoperto dagli archeologi nel sud della Grecia e rappresentante scene dell’Iliade o dell’Odissea, e’ diventato oggetto di studio, teorie e supposizioni. Soprattutto perche’ dopo averlo ripulito, gli studiosi si sono ritrovati di fronte un capolavoro assoluto, destinato – secondo il loro parere – a entrare nei libri di storia dell’arte. Quando due anni fa, gli archeologi dell’universita’ di Cincinnati effettuarono gli scavi sulla tomba del Guerriero del Grifone, a Pylos, quest’oggetto incrostato di terra e detriti fu messo da parte per dare la priorita’ a tesori ben piu’ appariscenti, come ad esempio gli anelli d’oro. Fu solo in un secondo momento che gli esperti ripresero in mano l’oggetto e, dopo averlo ripulito dagli strati di fango e polvere, si ritrovarono di fronte a una scoperta sorprendente: un sigillo grande poco meno di 4 centimetri con incisa sulla superficie una scena che mostra il Guerriero combattere con due nemici, secondo una rievocazione dei poemi omerici. L’incisione, scolpita nell’agata, e’ curata nei minimi dettagli, ed e’ proprio quest’accuratezza, che fa del sigillo un tesoro in miniatura, ad aver lasciato a bocca gli archeologi, che ora si pongono due interrogativi. Il primo: come hanno potuto realizzarla se a quel tempo le lenti di ingrandimento non esistevano ancora? Mentre il secondo riguarda il tema dell’incisione: rappresenta davvero una scena dell’Iliade o dell’Odissea? Il Guerriero del Grifone mori’ nel 1.450 avanti Cristo, mentre la prima versione delle opere omeriche dovrebbe risalire secondo le ricostruzioni al 700 avanti Cristo. Stando alle date sembra impossibile che il sigillo possa raffigurare Ulisse.

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Va pero’ ricordato che secondo gli storici i due poemi si rifanno a una lunga tradizione orale iniziata molto tempo prima. Ma il sigillo del Guerriero e’ solo l’ultimo di una serie di misteri che ruotano intorno alla figura di Omero e che contribuiscono a renderlo uno degli autori piu’ affascinanti della letteratura occidentale. A iniziare dalla sua stessa esistenza messa in dubbio con forza dalla seconda meta’ del Seicento in poi, ma sollevata gia’ in tempi antichi. Teorie queste raccolte sotto il nome di questione omerica. Considerato tradizionalmente il primo poeta greco, non sono pochi gli studiosi che nel tempo hanno affermato che i poemi non siano stati scritti da Omero e che in realta’ l’autore non sia mai esistito e che il suo sia stato uno pseudonimo dietro il quale di sono celati piu’ penne. Anche il suo nome e’ stato passato al microscopio con interpretazioni che poco si allineano: per alcuni Omero sta a indicare “colui che non vede” – da qui la tradizione che lo vuole cieco -; per altri significa “l’ostaggio” e per altri ancora “incontrarsi”, con riferimento a quelle riunioni in cui ci si incontrava per narrare le gesta di eroi epici. Nelle “Vite” poi si sostiene che Omero sia solo un soprannome e che il vero nome sia Melesigene, ovvero “nato presso il fiume Meleto”. Omero e’ poi il poeta dalla patria ignota. Gli sono infatti state attribuite sette citta’ natali: Chio, Smirne e Colofone, in testa. E poi Atene, Argo, Rodi e Salamina. E’ mistero anche sull’era in cui sarebbe vissuto: tra la versione di Erodoto e le altre biografie, la data di nascita di Omero oscilla tra il IX e l’VIII secolo avanti Cristo.

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