Un po’ d’Italia sulla Soyuz, lancio telescopio Mini-EUSO

21 agosto 2019

Domani verrà lanciato nello spazio un pezzo d’ingegno e di ricerca italiano. Dal cosmodromo russo di Baikonur, a bordo della Soyuz in partenza verso la Stazione spaziale internazionale, ci sarà infatti Mini-EUSO, un telescopio costruito per catturare diversi fenomeni legati ai raggi ultravioletti di origine cosmica. Il Mini-EUSO è stato sviluppato nell’ambito di una collaborazione internazionale guidata dall’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e dall’istituto di ricerca giapponese RIKEN. Il progetto nasce da una cooperazione tra l’Agenzia spaziale italiana e quella russa, Roscosmos. La Soyuz troverà, al suo arrivo all’ISS, un altro pezzo d’Italia, perché in questo momento a orbitare sulla Terra c’è l’astronauta italiano Luca Parmitano.

L’esperimento è coordinato dal professor Marco Casolino della sezione Infn dell’Università di Tor Vergata. Il Mini-EUSO verrà collocato nel modulo russo dell’ISS e sarà puntato verso la Terra per catturare 400mila immagini al secondo che consentiranno, grazie alle sue lenti di inaudita sensibilità, di registrare le emissioni ultraviolette di origine cosmica. Il Mini-EUSO sarà utile a comprendere numerosi fenomeni ad alta energia invisibili agli osservatori a terra, ma anche diversi fenomeni terrestri e atmosferici. Consentirà, per esempio, di avere per la prima volta una mappa notturna delle emissioni notturne nalla banda dell’ultravioletto della Terra, di osservare la bioluminescenza prodotta dal plancton e le variazioni prodotte dall’uomo.

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Ancora, il telescopio permetterà di ricercare la “materia strana”, che è uno stato della materia che si suppone esista ma ancora nessuno è riuscito a osservare. O anche particelle che ritiene provengano da altre galassie e sulla cui natura ci sono ancora dubbi. Attualmente il vettore Soyuz-2.1 con la navicella Soyuz MS-13 è sulla piattaforma 31 del cosmodromo. Non avrà equipaggio umano a bordo, ma al posto del comandante è seduto Fedor, che non è un cosmonauta umano, ma un robot umanoide. Svolgerà una serie di operazioni necessarie al viaggio spaziale. Prima di fare il cosmonauta, tuttavia, Fedor ha avuto una storia diversa e controversa. Sviluppato dal ministero delle Emergenze russo per le operazioni di soccorso col nome di Avatar, fu ripreso nel 2017 mentre sparava con armi. Cioè si pensò che la Russia stesse creando un Terminator. Fedor trascorrerà una deecina di giorni a bordo della Stazione spaziale internazionale.

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