Universiadi: la gioia di Folorunso, ora le Olimpiadi

Universiadi: la gioia di Folorunso, ora le Olimpiadi
Ayomide Folorunso
11 luglio 2019

“Ieri sera quando ho sentito che Daisy Osakue vinceva la medaglia d’oro ho capito che era un momento magico. Siamo grandi amiche e la sua vittoria mi ha ispirato a dare il massimo”. Ayomide Folorunso, appena finita la finale dei 400 ostacoli che l’ha vista trionfare, e’ un fiume in piena e non smette di parlare un secondo nonostante il fiatone che quasi le toglie la voce. “Sono contentissima, euforica. In ogni gara di questa stagione sono riuscita a mettere in pratica qualcosa delle nuove tecniche che sto sperimentando – dice – Sto trovando la mia ritmica ideale, un abito che sto cucendo su misura per me”. Ayomide, 23 anni, in Italia da quando ne aveva otto, e’ nata in Nigeria e vive a Fidenza (Parma), studia medicina con l’idea di diventare pediatra, ha una passione, ora accantonata, per il violino ed e’ molto religiosa.

“Oltre al mio allenatore, con cui facciamo veramente squadra, ringrazio i miei, la mia famiglia, che in questi giorni ha pregato tanto con me. Grazie Gesu’!”. Anche per Ayomide gareggiare a Napoli ha qualcosa di speciale: “E’ stato bellissimo vincere al San Paolo, la pista e’ eccezionale. Sono arrivata qui con la fama della favorita, dell’atleta da battere. In questi casi c’e’ sempre il rischio di incontrare l’underdog, come direbbero gli inglesi: il cane non di razza che alla fine batte tutti. Stavolta per fortuna non e’ successo e ho vinto io”. La rivale piu’ temuta, la norvegese Amelie Iuel, e’ arrivata solo terza. Per Folorunso le Universiadi finiscono qui. Giusto una serata per godersi la citta’ e da domani a casa per prepararsi agli imminenti Mondiali di Doha. Ma il vero obiettivo sono le Olimpiadi di Tokyo.

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“Avete visto la collana?”, dice mostrando la catenina che porta al collo, regalo dell’allenatore, con i cinque cerchi olimpici. Si capisce che per lei i temi dei migranti e del multiculturalismo sono importanti, ma, come la sua amica Osakue, preferisce non parlarne. Pero’ dice: “Lo sport rispecchia la realta’ quotidiana. E’ emozionante vedere una italiana dalla pelle di diversi colori che rendono orgoglioso il proprio paese. E’ davvero molto bello”. “Il mio allenatore – racconta scherzando sulla sua indole loquace – dice che sono napoletana, perche’ mi lamento spesso e parlo molto. Per me e’ un complimento, essendo nata in Nigeria sono davvero del sud. Sentirmi napoletana mi ha portato bene”.

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