Bolsonaro in testa ai sondaggi. L’uomo di estrema destra pronto a guidare il Paese

Bolsonaro in testa ai sondaggi. L’uomo di estrema destra pronto a guidare il Paese
La sfida la ballottaggiosarà tra Jair Bolsonaro (s) e Fernando Haddad
28 ottobre 2018

Aperte le urne in Brasile, dove 147 milioni di elettori si recheranno alle urne per il ballottaggio per le presidenziali, per cui è dato in testa Jair Bolsonaro, candidato di destra e rivale di Fernando Haddad, del Partito dei Lavoratori. Le urne resteranno aperte fino alle 23:00 ora italiana. Il voto è obbligatorio e i risultati potrebbero essere annunciati poco dopo la mezzanotte.

Intanto, almeno 17 persone sono state arrestate per reati elettorali, soprattutto per proselitismo irregolare, nelle prime ore di apertura dei seggi. Il Tribunale Superiore Elettorale sostiene che le operazioni di voto si stanno svolgendo normalmente in tutto il Paese con l’eccezione di queste persone arrestate per aver insistito a fare proselitismo nelle immediate vicinanze dei seggi. In tutto ci sono stati 35 interventi della polizia federale, di questi 17 sono sfociati nell’arresto e altri 18 si sono chiusi senza arrivare a tanto.

L’ultima rilevazione dà il rivale Haddad in lieve ripresa, ma il candidato dell’estrema destra si assicurerebbe il 56% delle preferenze nel ballottaggio. Il segreto di un candidato che tesse le lodi della dittatura, insulta le minoranze e si confessa totalmente ignorante di economia ma favorevole a nominare dei generali alla guida dei Ministeri è duplice: il successo sui social network, e l’esasperazione dell’elettorato con una classe politica che – a dire il vero trasversalmente – si è rivelata corrotta.

Bolsonaro, l’uomo di estrema destra pronto a guidare il Brasile

Bolsonaro non è indagato – caso più unico che raro – e un fallito attentato lo ha ferito in modo non sufficientemente grave da mancare ai comizi ma – certificati medici alla mano – abbastanza da marcare visita a tutti i dibattiti televisivi: di qui che tutto ciò che fa o dice venga comunicato esclusivamente via Facebook o Twitter. Infine, è divenuto lo strumento della destra per cercare di emarginare definitivamente il Partito dei Lavoratori e le sue politiche di redistribuzione, dopo l’offensiva parlamentare contro Dilma Rousseff e quella legale contro Luiz Inacio Lula da Silva, il cui ritorno alla presidenza era considerato uno spettro da allontanare ad ogni costo.

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Bolsonaro raccoglierà tutto lo spettro del voto anti-Lula – che comprende anche una parte della sinistra che si sentiva emarginata dal Pt – oltre che quello antisistema. Dovrebbe bastare, stando ai sondaggi, anche perché dall’altra parte Haddad – assai meno mediatico e carismatico – non sembra aver convinto del tutto neanche il proprio elettorato. Haddad da parte sua parla di voler “fare di nuovo la gente felice” come ai tempi della prima presidenza Lula, quando però l’economia andava a gonfie vele, e a molti elettori non è affatto chiaro che un ritorno alle politiche del Pt sia in relazione di causa ed effetto con una ripresa dei fondamentali: di fatto, la destra è assolutamente contraria – tanto da voler rischiare di affidarsi a una candidato che in qualsiasi altro contesto avrebbe considerato fin troppo scomodo.

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