Usa: “In caso di guerra distruggiamo la Corea del Nord”

Usa: “In caso di guerra distruggiamo la Corea del Nord”
Il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump
30 novembre 2017

Sale la tensione tra Usa e NordCor. Donald Trump ha definito il dittatore nordcoreano Kim Jong-un uno “psicopatico”. Parole arrivano all’indomani del lancio, da parte di Pyongyang, di un nuovo missile balistico intercontinentale. Per l’ambasciatrice degli Stati Uniti all’Onu, invece, il dittatore nordcoreano “ha fatto una scelta che ha portato il mondo piu’ vicino alla guerra, non piu’ lontano”. “Non abbiamo mai cercato la guerra con la Corea del Nord – ha sottolineato Nikki Haley – e ancora oggi non la cerchiamo. Se la guerra arrivera’ sara’ a causa delle continue azioni di aggressione come quella a cui abbiamo assistito ieri (martedi’, ndr)”. Gli Stati Uniti hanno avvertito che, “se dovesse scoppiare una guerra”, il regime nordcoreano verrebbe “distrutto fino in fondo”. Gli Stati Uniti, inoltre, hanno chiesto la recisione di tutti i rapporti commerciali e diplomatici con la Corea del Nord.  “Chiediamo a tutte le nazioni di recidere ogni rapporto con la Corea del Nord”, ha detto ancora la Haley. Qualche settimana senza lanci e test nucleari avevano probabilmente fatto pensare che si fosse entrati in una fase di riflessione. Invece, nel buio della notte tra martedì e ieri, la Corea del Nord ha fatto sentire la sua voce attraverso il lancio di un missile intercontinentale Hwasong-15 che, a detta non solo di Pyongyang, è in grado di colpire gli Stati uniti continentali. Una valutazione, questa, che è presa molto sul serio da Washington, dove il massimo rappresentante della Difesa, il segretario James Mattis, ha dichiarato che ormai la Corea del Nord può colpire “in tutto il mondo”. Secondo quanto ha riferito il ministero della Difesa giapponese, il missile è stato lanciato alle 3.18 antimeridiane (19.18 di ieri in Italia) e ha volato per circa 50 minuti, cadendo in mare all’interno della Zona economica esclusiva nipponica. Questa volta non ha sorvolato parte del Giappone, come accaduto due volte la scorsa estate, ma le conseguenze sono persino peggiori: il missile – secondo i nordcoreani – è salito fino a una quota di 4.475 chilometri e ha volato per poco meno di 1.000 km.

Secondo il portavoce del Pentagono colonnello Robert Manning il missile è partito dalla città di Sain-ni, poco a nord di Pyongyang. “La valutazione iniziale indica che questo è un missile intercontinentale”, ha spiegato l’ufficiale. E il ministro della Difesa Itsunori Onodera ha chiarito che questo fornisce alla Corea del Nord un “tremendo potere”. Sono valutazioni che sostanzialmente confermano quanto ha rivendicato lo stesso regime di Kim Jong Un il quale, a sentire l’agenzia di stampa ufficiale Kcna, ha come sempre sovrinteso “personalmente” al lancio. Kim inoltre ha detto che questo giorno “è un giorno importante, nel quale l’obiettivo storico di completare la forza nucleare e l’obiettivo storico di costruire un potere missilistico sono stati realizzati”. La Kcna, inoltre ha sottolineato che ora la Corea del Nord è in possesso di “un altro nuovo tipo di missile balistico intercontinentale capace di trasportare una testata nucleare super potente e di attaccare l’intero territorio degli Stati uniti”. La Union of Concerned Scientist valuta come credibili queste minacce. “Se le cifre sono corrette, volando su una traiettoria normale e non su una traiettoria a campagna, questo missile potrebbe avere una gittata superiore ai 13mila km”, ha spiegato lo scienziato David Wright sul blog dell’organizzazione. “Un tale missile – ha continuato – avrebbe un raggio d’azione sufficiente a colpire Washington e qualunque parte degli Stati uniti continentali”.

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La Cina, intanto, ha espresso la sua preoccupazione per bocca del portavoce del ministero degli Esteri Geng Shuang, il quale ha anche lanciato un appello a una ripresa dei negoziati tra Pyongyang e Washington, basati sulla proposta della doppia moratoria: sospensione contestuale dei test missilistici e nucleari nordcoreani, da un lato, e delle esercitazioni militari congiunte Usa-Corea del Sud, dall’altro. Anche Mosca ha reagito alla “provocazione” nordcoreana. Il portavoce del presidente Vladimir Putin, Dmitri Peskov, ha detto: “Condanniamo questo lancio e speriamo che tutte le parti mantengano la calma”. Una calma che non è facile da mantenere quando vedi cadere missili al largo delle tue coste. E’ il caso del premier giapponese Shinzo Abe, il quale – secondo quanto riporta la tv pubblica nipponica Nhk – ha parlato di un atto “assolutamente intollerabile” da parte della Corea del Nord. “Per creare le condizioni affinché la Corea del Nord chieda di dialogare, è necessario rafforzare la pressione, in un contesto di collaborazione internazionale, e questo faremo nel Consiglio di sicurezza dell’Onu”. Il messaggio di Abe, tuttavia, non è solo agli alleati più vicini e interessati – Corea del Sud e Stati uniti – ma anche alla stessa Europa. “Nello sviluppo di missili intercontinentali – ha spiegato il premier nipponico – la questione del rientro in atmosfera è solo un punto, e non chiaro se la Corea del Nord sia in possesso di tale tecnologia. Se venisse in possesso di tale tecnologia e della capacità di miniaturizzare le testate nucleari (per installarle sui missili), la minaccia non sarebbe solo agli Stati uniti, ma anche la gran parte della stessa Europa sarebbe a portata di mano”.

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