Vaticano: anche cattolici tra clienti di prostitute, è criminale

Vaticano: anche cattolici tra clienti di prostitute, è criminale
17 gennaio 2019

La prostituzione “è torturare una donna. Non confondiamo i termini. Questo è criminale. Mentalità malata. E io voglio …chiedere perdono a voi e alla società, per tutti i cattolici che fanno questo atto criminale”. Questa frase pronunciata da Papa Francesco all’incontro presinodale con i giovani, lo scorso 19 marzo, viene citata negli “Orientamenti pastorali sulla tratta delle persone” elaborati dalla Sezione Migranti e Rifugiati del Vaticano presentati oggi nella sala stampa della Santa Sede.

“Come Papa Francesco ebbe modo di dire a una giovane donna nigeriana sopravvissuta alla tratta delle persone”, chiosa il documento, “la conversione è necessaria anche nelle comunità cristiane, le quali sono chiamate a dare supporto ad ogni iniziativa tesa ad eliminare la ‘domanda’ che genera la filiera di sfruttamento della tratta delle persone. ‘Mi domando come potrebbe uno che fosse posto faccia a faccia con persone che soffrono realmente violenza e sfruttamento sessuale spiegare che queste tragedie, riprodotte in forma virtuale, sono da considerare semplicemente come ‘divertimento”. Questa domanda di Papa Benedetto XVI costituisce un appello a tutti i cattolici affinché si impegnino a sensibilizzare i consumatori sulle loro responsabilità morali e civili”.

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Gli orioentamenti pastorali, da tempo disponibili online, sottolineano che “nel dibattito pubblico si è soliti porre molta attenzione sui trafficanti, i quali costituiscono la parte dell` “offerta” della tratta delle persone, anche se pochi di loro vengono arrestati e molti meno condannati. Si dice poco sui ‘consumatori’, i quali costituiscono la parte della ‘domanda’, che i trafficanti intendono soddisfare. Considerando le diverse aree in cui lavorano o operano le vittime della tratta delle persone (agricoltura, lavoro domestico, prostituzione, ecc.), i consumatori costituiscono un`enorme massa, che sembra rimanere in gran parte inconsapevole dello sfruttamento delle vittime di tratta, pur godendo dei benefici e dei servizi che queste forniscono. Se uomini, donne e bambini diventano vittime di tratta è sostanzialmente perché vi è una forte domanda, che rende redditizio il loro sfruttamento. Chi genera la domanda condivide personalmente la responsabilità dell`impatto distruttivo del suo comportamento su altri esseri umani e dei valori morali violati in questo processo”.

“Per ridurre la domanda all`origine della tratta delle persone necessario che l`accertamento delle responsabilità, il suo perseguimento e la condanna dell`intera filiera dello sfruttamento, siano assicurate, dai reclutatori ai consumatori. Punire chi è stato sfruttato ed intrappolato non sembra essere una soluzione efficace, visto che si finisce per colpevolizzare e punire le vittime. Bisogna, invece, mettere a nudo il grande mercato che sta dietro a questi servizi. Comprare ‘servizi sessuali’, in tutte le loro forme – inclusa la pornografia, il cyber-sex su internet, lo spogliarello e la danza erotica – è una seria lesione alla dignità umana e all`integrità umana, ed un affronto alla sessualità umana. Gli stati dovrebbero considerare la possibilità di criminalizzare chi approfitta della prostituzione o di altre forme di sfruttamento sessuale fornito da vittime della tratta. E` necessario che si determinino le responsabilità lungo tutta la filiera dello sfruttamento anche quando la tratgta delle persone utilizzata per matrimoni forzati, servitù, accattonaggio forzato, traffico di organi e sfruttamento riproduttivo. Si dovrebbero promuovere campagne di sensibilizzazione sulle responsabilità legali di chi genera la domanda della tratta delle persone, sia a livello nazionale sia internazionale, con la cooperazione di tutte le parti interessate. Comprare le prestazioni sessuali di una prostituta non ha nulla a che fare con l`amore; tale atto, invece, rappresenta una seria offesa alla dignità umana”.

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