“Veronica a risposto a tutte le domande”. Svelato mistero delle fascette

“Veronica a risposto a tutte le domande”. Svelato mistero delle fascette
11 dicembre 2014

Veronica Panarello “ha riposto a tutte le domande poste dal giudice prima, dal pm poi e dalla difesa da ultimo, in un lunghissimo interrogatorio molto articolato. Ha risposto a tutte le domande riconfermando la versione data agli inquirenti. Non si è in contraddetta. Ha spiegato tutto senza alcun tipo di problema. Ha manifestato ancora una volta la propria disponibilità a collaborare con le forze di polizia e magistratura”. Lo ha detto l’avvocato Francesco Villardita, legale di Veronica Panarello, uscendo dal carcere di Piazza Lanza a Catania, al termine dell’udienza di convalida del fermo della mamma accusata d’aver ucciso il figlio Loris Stival lo scorso 29 novembre a Santa Croce Camerina in provincia di Ragusa. L’avvocato ha ribadito anche che la signora “ha riferito di avere accompagnato il figlio a scuola, e che è stata vista dal vigile urbano. Ha anche indicato che si trattava di una donna, e ne ha indicato il nome”. Sempre secondo il legale di Veronica, “il giudice si è riservato di decidere, e ha tempo fino a domani alle 21,03 per potere decidere su tutto, sulla richiesta di custodia cautelare, o sulla richiesta di scarcerazione”.

LE FASCETTE Poi la misteriosa questione sulle fascette. “Questa volta abbiamo parlato di fascette perche’ la domanda e’ stata posta sia dal giudice sia dalla difesa – ha aggiunto il legale -. La signora Panarello ha spiegato che le fascette sono venute fuori solo ed esclusivamente perche’ lei stessa, nell’intento di dare una mano alla polizia giudiziaria alla ricerca del colpevole, ha chiesto alle maestre se fosse vero che avevano richiesto al bambino di portare a scuola delle fascette per fare degli esperimenti e alla risposta negativa delle maestre si e’ prodigata affinche’ queste fascette arrivassero agli inquirenti, ai quali lei le ha consegnate spontaneamente per poter andare alla ricerca della verita’”, ha proseguito Villardita.

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TELEFONINO La signora Panarello “ha negato l’esistenza di un secondo telefonino. Ne ha solo uno, ed è a disposizione della magistratura per qualsiasi accertamento che può essere fatto. Il cellulare è stato consegnato spontaneamente ai magistrati quando era libera”.

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