Vertice su abusi, più facile denunciare vescovo negligente. O’Malley: “Sono stati giudicati parecchi vescovi”

Vertice su abusi, più facile denunciare vescovo negligente. O’Malley: “Sono stati giudicati parecchi vescovi”
22 febbraio 2019

Che fare se un vescovo è “negligente” quando un prete della sua diocesi viene denunciato per abuso sessuale sui minori? L’interrogativo, non nuovo, torna periodicamente a galla nei dibattiti di questi anni nella Chiesa cattolica. La richiesta di un “tribunale d’inchiesta” per i vescovi, in particolare, emerse in seno alla pontificia commissione per la tutela dei minori presieduta dal cardinale Sean O’Malley. E Marie Collins, donna che da bambina fu vittima di un prete pedofilo, poi nominata dal Papa nella commissione, si dimise poi polemicamente con la Curia romana, puntando il dito, in particolare, contro la volontà di non far decollare questa proposta.

Mons. Charles Scicluna, ex pm vaticano sugli abusi, oggi sottosegretario della congregazione per la Dottrina della fede e responsabile della “corte d’appello” per gli abusi, ha spiegato oggi il senso del motu proprio promulgato in materia dal Papa nel 2016, “Come una madre amorevole”, con il quale Jorge Mario Bergoglio ha introdotto la fattispecie penale dell’abuso d’ufficio episcopale. Una normativa che punta proprio alle sanzioni per i vescovi negligenti. Il provvedimento papale, ha spiegato Scicluna nel corso del quotidiano briefing al vertice voluto dal Papa sugli abusi con i presidenti delle conferenze episcopali di tutto il mondo, “è più ampio del tribunale: perché il tribunale presuppone un delitto o la violazione della legge, ma Come una madre amorevole guarda allo stato oggettivo, all’incapacità di fare bene o alla non volontà di fare bene. Non entra nella questione del dolo. Per provare un delitto ci vuole dolus, malizia o negligenza colpevole”.

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“E invece chi denuncia  – ha proseguito Scicluna – non deve provare questo deve solo denunciare il fatto oggettivo. Aiuta chi vuole denunciare e non dà l’onore della prova a chi denuncia. Si è privilegiato l’inadempienza dei doveri e l’opportunità di rimuovere la leadership non efficace. Lo stesso che si fa nei canoni 1740 e 1741 dove si descrivono le cause per le quali il vescovo può rimuovere il parroco, che è un pastore di un gregge, in base allo stato oggettivo di incapacità di governare e essere pastore. Togliere il leader non perché sei una cattiva persona ma perché sei incapace, non puoi governare. Non si esclude il momento penale – ha concluso Scicluna – e Come una madre amorevole già apre a questa possibilità quando il Papa Chiama una commissione di giuristi e decide che fare. Questo secondo me il vantaggio del sistema che ha scelto Francesco rispetto al tribunale”.

Il cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e presidente della pontificia commissione per la tutela dei minori, da parte sua, ha reso noto, sempre durante il briefing, che “la Santa Sede sta preparando una chiarificazione sull’applicazione di ‘Come una madre amorevole’, ed è attesa presto”. Su questo nodo, peraltro, il Papa dette una spiegazione in persona quando, di ritorno dal viaggio in Irlanda, l’anno scorso, durante la conferenza stampa in volo un giornalista gli ha chiesto delle critiche a lui rivolte sul tema da Marie Collins, che il Pontefice aveva incontrato insieme ad un altro gruppo di vittime di preti pedofili. “Marie Collins è un po` fissata sull`idea… – io stimo tanto Marie Collins, alle volte la chiamiamo in Vaticano perché tenga conferenze -, lei è rimasta fissata sull`idea di quello scritto ‘Come una madre amorevole’, nel quale si diceva che per giudicare i vescovi sarebbe bene fare un tribunale speciale. Poi si è visto che questo non era praticabile e non era neanche conveniente per le diverse culture dei vescovi che devono essere giudicati. Si prende la raccomandazione di “Madre amorevole” e si fa la giuria per ogni vescovo, ma non è la stessa. Questo vescovo va giudicato e il Papa fa una giuria che sia più capace di prendere quel caso. E` una cosa che funziona meglio, anche perché, per un gruppo di vescovi, lasciare la diocesi per questo non è possibile. Così i tribunali, le giurie cambiano. E così abbiamo fatto fino adesso”.

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“Sono stati giudicati parecchi vescovi – ha detto ancora il cardinale Sean O’Malley: l`ultimo è quello di Guam, l`arcivescovo di Guam, che è ricorso in appello e io ho deciso – perché era un caso molto, molto complesso – di usare un diritto che ho io, di prendere su di me l`appello e non mandarlo al tribunale d`appello che fa il suo lavoro con tutti i preti, ma l`ho preso su di me. Ho fatto una commissione di canonisti che mi aiuti e mi hanno detto che, in breve, un mese al massimo, sarà fatta la “raccomandazione” perché io faccia il giudizio. E` un caso complicato, da una parte, ma non difficile, perché le evidenze sono chiarissime; dal lato delle evidenze, sono chiare. Ma non posso pre-giudicare. Aspetto il rapporto e poi giudicherò. Dico che le evidenze sono chiare perché sono quelle che hanno portato il primo tribunale alla condanna. Questo è stato l`ultimo caso. Adesso ce n`è un altro in corso, vediamo come finirà. Ma è chiaro, io ho detto a Marie: lo spirito e anche la raccomandazione di “Come una madre amorevole” si attua: un vescovo va giudicato da un tribunale, ma non è sempre lo stesso tribunale, perché non è possibile. Lei (Marie Collins) non ha capito bene questo, ma quando la vedrò – perché lei viene a volte in Vaticano, la chiamiamo – le spiegherò più chiaramente. Io le voglio bene”. askanews

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