La messa in scena di Trump. Fonte diplomatica: “E’ passata la nottata”

La messa in scena di Trump. Fonte diplomatica: “E’ passata la nottata”
12 luglio 2018

“E’ passata la nottata”. Così una fonte diplomatica descrive lo stato d’animo che si respira alla Nato in questa serata di metà luglio, calda e luminosa, dopo i due giorni di quello che è stato il più teso e drammatico vertice dell’Alleanza atlantica negli ultimi decenni. Ieri, partenza difficile dopo che il presidente americano Donald Trump, prima ancora dell’inizio della riunione, aveva attaccato pubblicamente la Germania per via della sua dipendenza energetica dalla Russia via il gasdotto North Stream. I tedeschi danno miliardi di euro ai russi per pagare il loro gas, ma poi pretendono che l’America spenda miliardi per pagare la loro difesa dalla Russia, era il ragionamento di Trump, ripetuto poi oggi a muso duro davanti alla cancelliera tedesca Angela Merkel dentro al vertice, testimoni tutti i capi di Stato dell’Alleanza.

Alla prima sessione del vertice, ieri pomeriggio, Trump ha parlato subito dopo il premier belga, Charles Michel, dicendo le cose che ci si attendeva sulla necessità di aumentare la spesa per la difesa da parte degli alleati Nato, e di farlo più rapidamente di quanto si siano già impegnati a fare (raggiungere il 2% del Pil entro il 2024); poi ha ascoltato la premier britannica Theresa May, Merkel e il presidente francese Emmanuel Macron e se n’è andato, senza più rientrare. Dopo un po’ anche Merkel è uscita, chiaramente per andare a parlare in bilaterale con il presidente americano. Più tardi è uscita la notizia del tentativo di Trump di alzare la posta, addirittura raddoppiando l’obiettivo del 2%.

Secondo le fonti diplomatiche, ieri sera, nella cena con tutti i leader al centro di Bruxelles, teoricamente dedicata ai rapporti con la Russia, Trump ha tenuto banco raccontando aneddoti che hanno fatto ridere molto gli altri commensali, soprattutto sul suo recente, storico incontro con il dittatore nord coreano Kim Jong-un. Non una parola sulla Russia. Stamattina, il presidente americano non ha apprezzato le notizie della stampa che non davano sufficiente importanza all’insoddisfazione manifestata ieri per l’inadeguatezza degli impegni di spesa degli alleati. “Avevo detto che sarei stato molto scontento se non avessero aumentato i loro impegni in modo molto sostanzioso, perché gli Usa hanno pagato una cifra enorme, probabilmente il 90% del costo della Nato… In realtà, sono rimasto sorpreso che la cosa non sia stata rilevata, ma ieri ho fatto sapere loro che ero estremamente insoddisfatto per quello che stava succedendo”, ha riferito lo stesso Trump durante la sua conferenza stampa di oggi pomeriggio.

Così, entrato al vertice in ritardo e irritato, stamattina il presidente americano ha cominciato ad attaccare prima Merkel, con la storia del gas russo, e affermando che non è accettabile che un paese ricco continui a pagare così poco, poi Belgio e Spagna, che spendono in difesa addirittura meno dell’1% del Pil, poi la Francia, che “dovrebbe fare molto meglio”. L’Italia, che pure è ancora poco sopra l’1%, non l’ha attaccata, anzi, secondo le fonti ha detto che “ci sono interessanti sviluppi al governo” del Paese. Ha criticato, invece, l’Ue per la pessima gestione delle sue frontiere. Poi ha insistito sul rilancio dell’obiettivo di spesa al 4% e alla fine se n’è uscito con la velata minaccia che ha stupito tutti, compresi i suoi collaboratori: “Se non raggiungerete il 2% entro la fine dell’anno noi faremo da soli (‘we will do our own thing’, ndr)”, ha detto in una riunione a cui erano presenti almeno un centinaio di persone e anche i leader dell’Ucrania e della Georgia.

A quel punto, Merkel è andata a mettersi fra lui e il Segretario generale Jens Stoltenberg, e si è messa parlare con loro. E’ probabilmente su suo suggerimento che subito dopo Stoltenberg ha messo rapidamente fine alla sessione congiunta con la Georgia e l’Ucraina e ha convocato una riunione ristretta straordinaria, limitata ai soli capi di Stato e di governo con un solo collaboratore ciascuno. Secondo alcune fonti, gli europei avrebbero risposto per le rime a Trump durante questa riunione ristretta, con una reazione forte contro il suo metodo e il suo linguaggio. Fatto sta che, finita la sessione ristretta, il presidente americano ha convocato immediatamente una conferenza stampa (non prevista inizialmente e aperta a tutti i giornalisti) in cui si è detto soddisfatto dei risultati raggiunti, anche grazie al suo comportamento aggressivo, parlando di 33 miliardi di dollari in più per la spesa militare, senza fornire ulteriori dettagli. Gli alleati, ha detto, “hanno aumentato in modo sostanzioso i loro impegni. Oggi sono molto contento: oggi abbiamo una Nato molto forte, molto più forte di quanto non fosse due giorni fa”.

Secondo le fonti diplomatiche, i 33 miliardi di dollari (ma Stoltenberg ha parlato di 41 miliardi) sarebbero gli aumenti cumulati della spesa militare da parte degli alleati della Nato nel biennio 2017-2018, ovvero il differenziale nei loro bilanci per la difesa fra oggi e due anni fa. Ma, soprattutto, non c’è niente di nuovo in quella cifra, e Stoltenberg non ha annunciato alcun nuovo impegno rispetto a quello che era già stato deciso ieri sera: rispettare l’obiettivo del 2% al 2024, e cercare di accelerare l’aumento della spesa nei paesi più indietro. D’altra parte, il fatto di aver approvato le conclusioni ieri sera, dopo la prima sessione, e non oggi al termine del vertice, è stato una “furbata” pensata dai vertici della Nato dopo quello che era successo all’ultimo G7 in Canada, quando Trump aveva ritirato la sua firma alle conclusioni poche ore dopo la fine della riunione. Questa volta nessun ripensamento, solo una messa in scena per poter dimostrare di avere ottenuto quello che voleva. askanews

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