Via libera da Roma a norme attuazione Statuto su entrate

27 ottobre 2016

l Consiglio dei ministri ha approvato le norme di attuazione dello Statuto siciliano in materia di entrate. Il presidente della Regione Rosario Crocetta parla di “accordo storico, poiche’ rivede un sistema vigente dal 1970, che ha determinato un mancato riconoscimento di entrate previste dalle norme statutarie, mai attuate dallo Stato”. Con il decreto, che dovra’ essere promulgato dal presidente della Repubblica, inizia una nuova fase nei rapporti finanziari, “laddove si riconosce una certezza del sistema delle entrate che potra’ permettere di effettuare una programmazione pluriennale delle risorse, la realizzazione di bilanci basati su entrate certe e non virtuali, nella logica del pareggio di bilancio, che dovra’ essere alla base della nuova finanziaria. Si spende quello che si ha – aggiunge il presidente – e si chiude con la logica delle entrate gonfiate per giustificare sprechi e privilegi. Una norma questa approvata, che responsabilizza quella autonomia democratica che deve essere alla base dei nostri comportamenti”.

E’ un’intesa, secondo i calcoli della Regione, che vale nel triennio oltre 3 miliardi di euro quella che ha ottenuto oggi il disco verde del Cdm, dopo che lo scorso 3 ottobre la Commissione paritetica riunita a Palazzo d’Orleans aveva determinato le norme di attuazione che modificano i rapporti finanziari tra Stato e Regione. Ma che regime, secondo l’amministrazione, consentira’ alla Sicilia di potere contare su entrare stabili pari a oltre 1,8 miliardi annui. Il via libera e’ uno degli impegni frutto dell’accordo tra Stato e Regione del 20 maggio. Si stimano importi a titolo di compartecipazione Irpef nel 2016 di circa 4,441 miliardi, nel 2017 di 5,341 miliardi e nel 2018 di 5,626 miliardi. Somme che, secondo i calcoli della Regione, si traducono in risorse aggiuntive per il bilancio regionale di 500 milioni di euro per il 2016 (gia’ stanziate con il decreto legge 113 del 2016, convertito con legge 160 del 2016), 1,400 miliardi di euro per il 2017 e 1,685 miliardi dal 2018. Risorse che “consentono ora alla Regione siciliana di rispettare il principio del pareggio di bilancio, introducendo espressamente il richiamo al gettito fiscale “maturato” nel territorio regionale e non meramente “riscosso”, facendo proprie per la prima volta le indicazioni contenute nella sentenza della Corte costituzionale 207 del 2014 in base al quale deve essere assicurato alla Regione il gettito derivante dalla capacita’ fiscale che si manifesta nel suo territorio, e cioe’ dai rapporti tributari che sono in esso radicati, in ragione della residenza fiscale del soggetto produttore del reddito colpito o della collocazione nell’ambito regionale del fatto cui si collega il sorgere dell’obbligazione tributaria. Cio’ che rileva, quindi, e’ che venga assicurato che alla Regione giunga il gettito corrispondente alla sua capacita’ fiscale. Un passaggio che consentira’ all’Assemblea regionale siciliana di affrontare con maggiore sicurezza e in situazione di equilibrio, l’esame e il varo del bilancio preventivo per il 2017.

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