Vitalizi, Senato verso modifiche. Dubbi su destino riforma

Vitalizi, Senato verso modifiche. Dubbi su destino riforma
Scranni del Senato
14 settembre 2017

La riforma dei vitalizi approvata dalla Camera non convince il Senato, dove il provvedimento ha iniziato il suo iter in seconda lettura nella generale consapevolezza che in questo passaggio la legge sarà modificata, sollevando così molti dubbi sulla possibilità che possa essere approvata definitivamente entro questa legislatura. Molto più probabile – affermano in molti – sarà un silenzioso scivolamento verso il binario morto, di ritorno a Montecitorio, a decretare il de profundis per il ddl Richetti. Martedì in commissione Affari costituzionali inizieranno le audizioni di esperti. I primi nomi circolano di già: si parla di Enzo Cheli, Giuliano Cazzola, Giuseppe Tesauro. Ma già si sa che saranno molti di più. La commissione ha respinto la proposta avanzata dal M5s di circoscrivere nel numero e nel tempo la fase delle audizioni, ed ha dato tempo ai capigruppo di indicare i nominativi desiderati entro lunedì alle 13, e comunque riconosciuto almeno due settimane di tempo per sentire gli esperti. Che saranno soprattutto costituzionalisti e esperti di pensioni. A spiegarne il motivo è il presidente della commissione, che è anche relatore del provvedimento, Salvatore Torrisi di Ap.

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“Vogliamo una discussione in punta di diritto soprattutto per quanto attiene l’aspetto della costituzionalità della retroattività delle norme” ha chiarito fin dal primo momento. “Intendiamo evitare la discussione partitica su un tema così delicato – ha aggiunto – soprattutto non possiamo ignorare o sottovalutare le conseguenze che l’accoglimento della retroattività potrebbe avere sulla platea generale dei lavoratori. Quello che ci serve è una buona legge, per tutti”. Più esplicito Francesco Russo del Pd, che esclude l’idea del limbo per la riforma dei vitalizi: “In Senato non l’affosseremo, abbiamo iniziato chiedendo la massima urgenza e sono certo che da palazzo Madama uscirà una norma valida, costituzionale, europea e anche in tempo utile perchè la Camera possa approvarla. Aggiungo un’altra cosa – continua Russo -: non è una legge che faremo per demagogia”. Traducendo dal politichese, Russo spiega: “Vogliamo che non ci siano dubbi sulla costituzionalità della norma. Dobbiamo mettere mano alla legge e ascolteremo autorevoli commenti. La retroattività della norma (che consiste nel cancellare il sistema retributivo per i vitalizi già esistenti, per ricalcolarli con il metodo contributivo, ndr) rischia di essere un pericoloso grimaldello per estendere la revisione a tutte le pensioni, anche quelle dei cittadini pensionati.

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Ma il secondo tema è quello di fare una buona legge per il futuro. Per questo lavoriamo a una normativa avanzata e condivisa a livello europeo, che cancelli eventuali privilegi e storture rimaste dalla precedente riforma, ma che non ceda a un’idea punitiva della politica. La nostra legislazione prevede un compenso per i politici e un vitalizio, ora divenuto pensione, perche essi possano essere liberi e senza preoccupazioni per il futuro e non ricattabili”. D’accordo con lui Lucio Malan, membro Fi in commissione Affari costituzionali. “Un parlamentare che non sa di che potrà campare da anziano è facilissima preda di chi vuol farsi passare misure di comodo. E’ più facilmente ricattabile – concorda -. Il ddl Richetti è discutibile nel contenuto e anche incostituzionale a detta di molti esperti. Quello che serve è intervenire sugli eccessi che la norma esistente ha consentito da parte di alcuni. Ma ricordiamo che si tratta di casi quasi isolati e che per la legge entrata in vigore dal 2012 non sono più possibili”.

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Già, perché quello di cui si discute è il ricalcolo dei vitalizi, che dal 2012 non esistono più per i parlamentari, sostituiti dalle pensioni (calcolate col metodo contributivo ed erogabili a partire dai 65 anni d’età, ndr) e da nuove regole. “Ma non è questo il punto” rivendica Gianmarco Centinaio, capogruppo della Lega Nord al Senato, che è l’unica a fiancheggiare il M5S nella battaglia a favore del ddl Richetti. “I problemi del Paese non sono certo i vitalizi – spiega – il fatto è che siamo in un momento storico in cui la politica deve dare dei segnali ai cittadini. Vediamo al contrario che una parte della politica non vuole dare neppure questo segnale. Siamo seri. Noi in commissione non presenteremo emendamenti e non interverremo in discussione generale, ma solo in sede di dichiarazione di voto. Ciò nonostante gli spazi non ci sono perché la legge venga approvata per tempo. Già a settembre il ddl non è stato inserito nel calendario dell’aula, abbiamo perso un mese prima di cominciare. E quando sento il Pd dire che si può arrivare all’ok definitivo, aggiungo e dico che non mi fido più di quello che afferma il Partito democratico”.

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Inutile dire che il M5S sposa appieno questa posizione. “E’ chiaro che il Pd abbia approvato la legge alla Camera come si dà più catena a un cane, sapendo che si dovrà fermare poco dopo -spara Giovanni Endrizzi, capogruppo pentastellato in commissione Affari costituzionali -. Assistiamo all’ennesima presa in giro. Dopo averla approvata alla Camera oggi il Pd esprime perplessità, richiede approfondimenti…. La legge non vedrà la luce, questo è chiaro. E anche se completerà il suo percorso al Senato, si andrà a disperdere tornando alla Camera, lo si legge chiaramente da quanto accaduto ieri in commissione, dove abbiamo chiesto di limitare le audizioni ed evitare doppioni, come pure di fissare una data certa per la conclusione di questa fase. Niente da fare. E per una questione già dibattuta a Montecitorio… Eppure nella scorsa legislatura c’è stato un intervento sui vitalizi con una legge ordinaria che rimanda all’ufficio di presidenza: il precedente c’è, non capisco perchè in questo caso si sollevino tanti dubbi”.

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