Voleva sposare un italiano, padre e fratello la uccidono

Voleva sposare un italiano, padre e fratello la uccidono
Sana Cheema
21 aprile 2018

Una giovane pakistana, Sana Cheema, di 25 anni, residente a Brescia, e’ stata uccisa in patria dal padre e dal fratello dopo aver detto loro che voleva sposare un italiano. La tragica storia e’ stata rivelata dal Giornale di Brescia nell’edizione di oggi. La giovane viveva da tempo a Brescia, dove aveva compiuto gli studi, avendo poi trovato lavoro a Milano. I genitori avevano vissuto con lei per anni, ottenendo anche la cittadinanza italiana, poi si erano spostati in Germania. Un paio di mesi fa Sana era tornata in Pakistan, nel distretto di Gujrat dove e’ nata, ritrovando in quella occasione la famiglia, ma da li’ non e’ piu’ tornata.

Padre e fratello l’avrebbero sgozzata e in seguito sono stati arrestati dalla polizia di Gujarat. La vicenda di Sana riporta alla mente l’omicidio di Hina Saleem, anche lei uccisa nell’agosto del 2006 dai familiari nel bresciano, a Ponte Zanano, e poi seppellita nel giardino davanti a casa. La motivazione era che voleva vivere secondo i costumi occidentali, sovvertendo le tradizioni e i costumi pakistani.

MELONI “Cresciuta a Brescia, torna in Pakistan e viene sgozzata dal padre e dal fratello perche’ colpevole di voler sposare un italiano. E’ la storia di Sana Cheema, 25 anni. Da queste ‘culture’ che piacciono tanto alla sinistra non abbiamo niente da imparare. Un pensiero commosso per Sana e per tutte le vittime di un fondamentalismo tribale che considera la donna un essere inferiore all’uomo, da uccidere come fosse carne da macello”. E’ quanto scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni.

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LUCASELLI “Piangiamo la morte di Sana Cheema, giovane di origine pakistana cresciuta nel nostro Paese uccisa dai suoi familiari per un amore ‘illecito’, quello verso un italiano. Il delitto e’ avvenuto in Pakistan, ma chi l’ha commesso aveva cittadinanza italiana, e dunque questo solleva nuovi, dolorosi interrogativi sulla capacita’ della nostra societa’ di tutelare il valore della liberta’, di proteggere un’identita’ fondata sul rispetto verso la persona. Non puo’ esserci apertura nella cittadinanza italiana per quelle culture che non riconoscono la parita’ tra individui, e legittimano la sopraffazione violenta. O si ragiona su questo, o il cordoglio per la morte di Sana sara’ solo ipocrisia”. Lo dichiara la deputata di Fratelli d’Italia Ylenja Lucaselli.

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