Voto di scambio in Lombardia, pena dimezzata a Zambetti

Voto di scambio in Lombardia, pena dimezzata a Zambetti
Domenico Zambetti
23 maggio 2018

Condanna quasi dimezzata per l’ex assessore lombardo Domenico Zambetti nel processo d’appello sul presunto voto di scambio con la ‘ndrangheta alle elezioni regionali lombarde del 2010. I giudici della Terza Corte d’Appello di Milano gli hanno concesso le attenuanti generiche e lo hanno condannato a 7 anni e 6 mesi di carcere, contro i 13 anni e 6 mesi del processo di primo grado. Pena dimezzata anche per Ambrogio Crespi, fratello del noto sondaggista Luigi: nel primo grado di giudizio era stato condannato a 12 anni, i giudici d’Appello gli hanno ridotto la pena a 6 anni di carcere. Sconto di pena di tre anni anche per Ciro Simonte, condannato in appello a 8 anni contro gli 11 anni del primo grado. Il sostituto pg Galileo proietto aveva chiesto la conferma delle condanne inflitte in primo grado per tutti gli imputati tranne che per il presunto affiliato alla ‘ndrangheta Eugenio Costantino.

E la corte d’Appello ha inflitto al presunto boss una pena pari a 15 anni, 5 mesi e 15 giorni di carcere in continuazione con una passata condanna, già diventata definitiva, di 11 anni di carcere per sequestro di persona.  Secondo quanto emerso dall’inchiesta condotta dall’allora pm Giuseppe D’Amico (nel frattempo promosso procuratore aggiunto e trasferito alla procura di Busto Arsizio, nel Varesotto), l’ex assessore alla casa della giunta Formigoni avrebbe versato 200 euro alle cosche della ‘ndrangheta presenti per “comprare” un pacchetto di 4 mila voti sicuri (pagandoli, calcolatrice alla mano, 50 euro ciascuno) in vista delle elezioni regionali del 2010, dove poi fu eletto con oltre 11 mila preferenze.

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Il suo arresto, scattato nell’ottobre 2012, portò alla crisi della giunta presieduta da Formigoni e al voto anticipato in Regione Lombardia. Il processo di primo grado si concluse nel febbraio 2017 con una condanna pesantissima per l’ex assessore lombardo: 13 anni e 6 mesi di carcere, contro i 10 chiesti per lui dal pm che aveva chiesto di assolverlo dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa. Ma i giudici dell’ottava sezione penale, oltre che per voto di scambio con la ‘ndrangheta e corruzione, lo avevano invece riconosciuto colpevole anche di questo reato.

L’impianto accusatorio è stato totalmente confermato anche in d’appello con i giudici presieduti da Oscar Magi che però, a differenza dei colleghi del primo grado di giudizio, hanno deciso di concedere a Zambetti le attenuanti generiche. Da qui il notevole sconto di 6 anni di carcere. Confermate i risarcimenti che Zambetti dovrà versare alle parti civili, così come già stabilito nel processo di primo grado: 500 mila euro a favore della Regione Lombardia, 200 mila euro per il Comune di Milano e 350 mila euro (da versare in solido con gli altri condannati) a favore dell’Aler, l’ente regionale per l’edilizia popolare.

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