Voucher, verso l’abolizione e stop a referendum. Decreto alla firma del governo

Voucher, verso l’abolizione e stop a referendum. Decreto alla firma del governo
17 marzo 2017

Voucher ad un passo dall’addio. La Commissione Lavoro della Camera sta per approvare un emendamento al testo di riforma dei buoni lavoro che sostanzialmente cancella la mediazione trovata nei giorni scorsi tra maggioranza e opposizione e abolisce integralmente lo strumento. La norma abroga tre articoli (48, 49 e 50) del Jobs act, l’ultimo provvedimento di legge intervenuto sul tema, che disciplinavano il lavoro accessorio (e ricalca quindi il quesito referendario della Cgil). Dovrebbe essere istituito un regime transitorio per consentire di smaltire i buoni lavoro già venduti anche se ancora non ci sono certezze sulla sua durata che viene ipotizzata fino alla fine del 2017. La misura dalla Commissione Lavoro segue l’intervento di mercoledì del governo che ha manifestato l’intenzione di cancellare del tutto i voucher. Intervento definito “inatteso” dalla relatrice della riforma in commissione, Patrizia Maestri(Pd). Fino a quel momento l’orientamento del Parlamento era stato dapprima quello di limitarne l’uso solo alle famiglie e alle imprese senza dipendenti ma solo per l’assunzione di pensionati, disabili e disoccupati.

Poi, dopo un vertice tenuto martedì sera a Palazzo Chigi, si stava andando verso un’ulteriore stretta limitando l’uso dei buoni lavoro solo per le famiglie. Mercoledì una riunione del gruppo del Pd ha preso atto dell’intenzione del governo di intervenire con un decreto da approvare al Consiglio dei ministri di oggi che preveda l’abrogazione totale dei voucher. Il decreto dovrà anche fissare la durata del periodo transitorio. Palazzo Chigi sarebbe poi orientato ad approvare già oggi anche una seconda misura, definito in coordinamento tra i ministri del Lavoro Giuliano Poletti e quello dei Trasporti e delle Infrastrutture Graziano Delrio, per intervenire sul tema degli appalti, oggetto del secondo quesito refendario promosso dalla Cgil. Fonti del governo riferiscono che “potrebbe essere un decreto” anche se resta in piedi l’ipotesi di un intervento legislativo in Senato. Le due misure, contenute in uno o due dl separati, dovrebbero sostanzialmente ricalcare il testo dei quesiti promossi dalla Cgil e rimuovere dunque ogni alea sul giudizio della Cassazione chiamata ad annullare la consultazione.

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Il capogruppo del Pd alla Camera, Ettore Rosato, ha assicurato che dopo i decreti si avvierà una consultazione con le parti sociali per avere un nuovo strumento “a disposizione delle famiglie per pagare cio’ che oggi si paga con i voucher” e per una semplificazione per le imprese che devono ricorrere al lavoro saltuario. Se dal sindacato di Corso d’Italia si giudica positivamente lo stop ai buoni lavoro, pur sottolineando la necessità che il provvedimento diventi legge, le altre sigle hanno criticato l’abolizione completa dei voucher. Per la leader della Cisl “il sistema va cambiato non abolito” tornando al loro impiego per i servizi alla famiglia. Stesso orientamento del segretario generale della Uil, carmelo Barbagallo, secondo il quale l’abolizione completa dei voucher “rischierebbe di lasciare priva di una seppur minima tutela quei lavori davvero occasionali e eccezionali per i quali l’istituto era stato pensato da Marco Biagi”. Molto dura la reazione di Confindustria. L’abolizione, ha detto il presidente Vincenzo Boccia “è molto deludente” e “non ci piace. Se proprio s’ha da fare si faccia il referendum. Smontare le cose prescindendo da un dibattito non è la strada giusta”.

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