Xylella, Bruxelles chiacchiera e in Puglia muoiono gli uliveti. E l’economia. Martina batta un colpo

Xylella, Bruxelles chiacchiera e in Puglia muoiono gli uliveti. E l’economia. Martina batta un colpo
26 ottobre 2016

Non c’e’ contraddizione fra le pressanti richieste del commissario europeo alla Salute, Vytenis Andriukaitis, affinché l’Italia attui senza indugio le misure per l’eradicazione della Xylella (il batterio considerato responsabile del disseccamento degli ulivi in Puglia), e la posizione espressa dal commissario europeo all’Ambiente, Karmenu Vella, secondo il quale sarebbe obbligatorio sottoporre quelle misure a una “valutazione strategica d’impatto ambientale” prima della loro attuazione. Lo ha affermato a Bruxelles, in risposta alle domande di un giornalista, il portavoce per la Salute e l’Ambiente della Commissione europea, Enrico Brivio, che tuttavia non ha fornito spiegazioni convincenti in merito. E’ innegabile che le misure anti-Xylella richieste dall’Ue comportino un forte impatto ambientale, in particolare con l’abbattimento degli ulivi infetti, spesso secolari, e di altre “piante ospiti”, e con lo spargimento massiccio di pesticidi (insetticidi ed erbicidi) contro gli insetti che trasmettono il batterio.

L’estate scorsa la Regione Puglia e il governo italiano avrebbero voluto lanciare uno studio sulle conseguenze per l’ambiente, e sul modo di minimizzarle, secondo quanto prevedono le due direttive Ue sulla Valutazione ambientale strategica (Vas) e sulla Valutazione d’impatto ambientale (Via) di attivita’ e progetti agricoli o industriali con possibili conseguenze sugli ecosistemi. Ma il 26 agosto, con la notifica all’Italia dell’avvio di una procedura d’infrazione (“lettera di messa in mora”) per la mancata esecuzione dei piani anti-Xylella, Andriukaitis aveva intimato al governo di fermarsi. “Risulta alla Commissione – scriveva Andriukaitis – che le autorita’ italiane intendrebbero svolgere una Via autoimposta prima di riprendere le misure di contenimento” della Xylella. Ebbene, avvertiva il commissario, “tali ostacoli non possono essere invocati come pretesto per non riprendere immediatamente la rimozione di alberi infetti”. “La ripresa delle attivita’ di abbattimento – insisteva Andriukaitis – non puo’ essere subordinata a ulteriori valutazioni di impatto ambientale che si tradurebbero in ulteriori ritardi in contrasto con l’obbligo di agire immediatamente derivante dalla decisione” del 2015 dell’Ue. Il commissario ammoniva inoltre che “l’insistenza delle autorita’ italiane circa la loro impossibilita’ di eradicare gli alberi costituisce una palese violazione del primato del diritto dell’Unione”.

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Qualche giorno fa, tuttavia, nella sua risposta scritta a un’interrogazione parlamentare sulle misure contro la Xylella, presentata dell’eurodeputata del Movimento 5 Stelle Rosa D’Amato, il commissario Vella ha detto cose completamente diverse. “Un piano o un programma adottato dagli Stati membri per l’eradicazione degli organismi nocivi ai vegetali d’interesse agricolo – ha affermato testualmente – deve essere oggetto di una valutazione ai sensi della direttiva Vas, qualora si verifichino cumulativamente quattro condizioni” riguardanti il campo d’applicazione e previste dalla stessa direttiva Vas e da quella sulla Via. Condizioni che a prima vista sembrano applicarsi al caso Xylella. Nella sua risposta di oggi, Brivio a nome della Commissione ha invece negato che quelle quattro condizioni siano soddisfatte, e ha aggiunto che comunque non c’e’ obbligo di valutazioni d’impatto ambientale per misure “d’emergenza e di natura temporanea”. Il portavoce, tuttavia, non ha fornito risposte alle ulteriori domande della stampa su quali disposizioni nelle norme Ue sulla Via e sulla Vas prevedano un’eccezione in caso di “misure d’emergenza”, e all’obiezione secondo cui non appare appropriato definire “temporaneo” il piano anti-Xylella, che prevede la distruzione di alberi pluricentenari con conseguenze radicali e irreversibili sull’ambiente, l’agricoltura e il paesaggio.

In serata, da Strasburgo, la stessa europarlamentare Rosa D’Amato ha ribadito che “il piano anti-Xylella dell’Italia viola le norme Ue perche’ manca alla base una Valutazione ambientale strategica”, e che “le condizioni per l’attuazione obbligatoria della Vas, richieste dalla direttiva europea e ribadite dal commissario all’Ambiente Vella nella sua risposta a una mia interrogazione in merito, sono tutte e quattro presenti nel caso pugliese. Ne siamo convinti noi e anche i docenti universitari, esperti in giurisprudenza agroambientale, che abbiamo consultato”, ha assicurato. “Se la Commissione europea, come detto oggi da un suo portavoce, e’ di avviso contrario, spieghi allora il perche’ nei dettagli”, invece di “restare nel vago”, ha osservato ancora D’Amato, che poi ha chiesto al ministro italiano per le Politiche agricole Maurizio Martina di “svegliarsi” e “tutelare gli interessi del territorio a Bruxelles, considerando che lo stesso ministero aveva chiesto alla Commissione una valutazione di impatto ambientale”. Secondo l’eurodeputata del M5s, “il piano e la procedura d’infrazione contro l’Italia vanno fermati. Subito. Adesso Martina ha un’argomentazione in piu’, basta studiare le direttive. Qui in gioco ci sono l’economia, l’ambiente e la storia culturale di un territorio”, ha concluso D’Amato.

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