Trema il centro Italia, finora 159 morti. Migliaia di sfollati: “Non sappiamo dove andare”. Verso una notte di paura

Trema il centro Italia, finora 159 morti. Migliaia di sfollati: “Non sappiamo dove andare”. Verso una notte di paura
24 agosto 2016

terremoto3Una tremenda scossa di magnitudo 6.0, alle 3,36, ha squarciato la quiete notturna del Centro Italia (Lazio, Umbria, Marche). Paesi interamente rasi al suolo. Finora è di 159 il numero dei morti accertati, secondo l’ ultimo bilancio diffuso dal Dipartimento della Protezione Civile. Le vittime sono 106 nel reatino e 53 nell’ ascolano, mentre oltre 300 i feriti. Migliaia di sfollati tra Lazio e Marche. I soccorritori hanno allestito in fretta e furia centri di accoglienza per la notte. Una notte che sarà dominata dalla paura. Sono quasi quattromila tra le due regioni le persone costrette a lasciare le proprie case o quelle affittate per le vacanze. Il numero più alto ad Accumoli, epicentro del terremoto che ha fatto strage. Qui gli sfollati sono 2.500, molti i villeggianti per i quali si sta allestendo un riparo, con il sindaco che comunque li invita a lasciare il paese. A Pescara del Tronto, martoriata con un bilancio provvisorio di 20 morti, la Protezione Civile conta di poter ospitare fino a 250 persone, grazie alle tende montate dai volontari e erette accanto ad una cucina che servirà ad offrire un pasto caldo. Un altro grande centro è stato allestito a Rieti, mentre gli albergatori dell’Aquila mettono a disposizione le proprie strutture. Ovunque è il terrore che domina gli sguardi dei sopravvissuti. “Ancora non sappiamo dove andare”, lamenta una famiglia di Arquata, dopo essere scampata miracolosamente alla devastazione di Pescara del Tronto.

Il campo sportivo del paese è stato trasformato nel quartier generale dei soccorritori. Le tende verranno montate solo domattina. Ma i vecchi brontolano: non vogliono allontanarsi dalle loro case e dalla loro vita. Chi può mette al riparo mobili, elettrodomestici, e qualsiasi cosa sia stata risparmiata dal sisma. Ma si dormirà fuori, alla peggio nelle auto parcheggiate sui prati. Un gruppetto di diciottenni ha scelto di ripararsi in una giostra per ragazzini: “L’importante è che stiamo tutti insieme, questa è casa nostra”, dicono tra rabbia e commozione. Temono anche loro “un’altra schicchera”, una nuova scossa violenta. E non vogliono muoversi dalla giostra. Tra i più anziani quello che fa più terrore è un’altra minaccia, il crollo della vicina diga di Scaldarello. Il terremoto, che qui è stato apocalittico, li ha scioccati: “Mai vista una cosa del genere in oltre cinquant’anni”. In quasi tutte le frazioni dell’area le strade sono deserte. Famiglie in lacrime caricano i bagagli in auto e vanno dai parenti a Roma, Firenze, Ancona, o se possibile ancora più lontano. Tutto intorno scende il silenzio, e la paura domina i cuori di migliaia di persone.

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Per far fronte all’emergenza, dalle 4:30 del mattino è stata attivata l’unità di crisi operativa per organizzare le attività di soccorso e assistenza in vista del massiccio afflusso previsto. Il Pronto soccorso di Ascoli ha approntato quattro sale di cui una per la Rianimazione e per i codici verdi sono stati approntati punti di assistenza nella palestra della Fisiatria dell’Aula Magna. A scuotere il centro Italia oltre 100 scosse, almeno 55 di magnitudo superiore a 3,0. Il sisma, avvertito nitidamente a Roma ma anche a Napoli e Rimini, è “paragonabile” – riferisce il capo dipartimento della Protezione Civile, Fabrizio Curcio – al terremoto registrato sette anni fa a l’Aquila (erano le 3,32 del 6 aprile 2009, magnitudo 6,3). Si comprende infatti quasi subito la gravità dell’evento, con i primi terribili resoconti forniti dagli amministratori dei comuni maggiormente colpiti.

Da Pescara del Tronto, frazione di Arquata, il più colpito della provincia ascolana, a Norcia, fino ad Amatrice, un paese “sotto le macerie”, come ha subito riferito il sindaco Sergio Perozzi: “La situazione è tragica perché tre quarti di paese non c’è più”. “E’ in moto da un paio d’ore la macchina operativa. Abbiamo problemi di viabilità, una strada d’accesso al centro storico è bloccata per il crollo di palazzi e dall’altra parte c’è un ponte che sta per cadere. I soccorsi – ha raccontato Pirozzi – sono arrivati, i vigili del fuoco, la protezione civile: la macchina funziona, ora l’obiettivo è salvare più vite umane possibile sotto le macerie”. La conta delle vittime è destinata quindi a crescere, stando anche alle parole del sindaco di Accumoli, Stefano Petrucci: ci sono “almeno sei morti”. “Una vittima è sicura e ce ne sarebbero altre 5, tra le quali anche dei bambini”, ha aggiunto. “Purtroppo il numero delle persone che mancano all’appello è molto più alto. Stiamo verificando in tutte le 17 frazioni di Accumuli, ma non è facile perchè i cellulari non funzionano bene”, ha rimarcato Petrucci. Subito riunito a Roma il comitato operativo della Protezione Civile, con il premier Matteo Renzi che segue gli eventi da Palazzo Chigi. “Il sistema di protezione civile è attivato a 360 gradi, è pienamente operativo. Ci sono criticità importanti in termine di soccorso nel raggiungere alcune località ed è stato già attivato il Genio militare. C’è già un importante spiegamento di uomini e mezzi”, ha detto Curcio.

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“E’ ancora presto dare numeri, fare bilanci. In questo momento la priorità è la salvaguardia della vita umana”, ha aggiunto. “Sto rivedendo le scene di sette anni fa. L’Aquila e Amatrice sono legate da sempre, Amatrice è irriconoscibile, è crollato il centro storico e la prima cosa da fare è riaprire il corso. È una tragedia come quella dell’Aquila”, ha evidenziato dal canto suo il sindaco del capoluogo abruzzese, Massimo Cialente. ll sindaco di Amatrice, Sergio Perozzi ha fotografato la drammatica realta: “Il paese non c’è più ed è stato raso al suolo. Siamo senza luce ci sono anche problemi sulle vie di accesso al paese. Abbiamo gente sotto le macerie, si sentono le voci. Abbiamo spazio per elicotteri di soccorso, ma la priorità è liberare le strade”. La Protezione civile ha attivato i seguenti numeri per qualsiasi informazioni: 800 840840 e 803555.

“Una tragedia di proporzioni importanti, stiamo lavorando per aiutare tutti i feriti, organizzare il campo per stasera perché in queste zone farà freddo quindi dobbiamo garantire la massima assistenza. L’emergenza verrà organizzata in quattro campi in cui si darà assistenza alle persone”. Così il ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio in visita ad Accumoli (Rieti) epicentro del tragico sisma. Delrio ha visitato il paese assieme al capo dipartimento della Protezione civile, Fabrizio Curcio. “L’emergenza verrà organizzata su quattro campi, dove verranno assistite le persone” ha annunciato il ministro. “Stiamo lavorando – ha spiegato il – per aiutare tutti i feriti e organizzare il campo per stasera perchèinistro farà freddo”.

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Delrio evidenzia che “il numero delle vittime continua a crescere di ora in ora”. “La situazione è molto grave – ha detto ancora il ministro – perché abbiamo interi paesi distrutti”. Il ministro ha quindi spiegato di essere in “costante contatto con il presidente del Consiglio Matteo Renzi”. In conseguenza del sisma la Presidenza della Cei dispone l’immediato stanziamento di un milione di euro dai fondi dell’otto per mille per far fronte alle prime urgenze e ai bisogni essenziali. Inoltre indice una colletta nazionale, da tenersi in tutte le Chiese italiane il 18 settembre 2016, in concomitanza con il 26/mo Congresso Eucaristico Nazionale, “come frutto della carità che da esso deriva e di partecipazione di tutti ai bisogni concreti delle popolazioni colpite”. “Seguiamo con apprensione i fatti relativi al terremoto che la notte scorsa ha colpito l’Italia centrale ed esprimiamo la sentita vicinanza alle famiglie, soprattutto a quelle sconvolte dai lutti. Il governo si e” immediatamente attivato attraverso la preziosa azione della Protezione civile che, insieme alle Regioni, ai vigili del fuoco e a tutti i soccorritori, con grande professionalita’, dedizione e determinazione, sta affrontando queste prime ore a sostegno della popolazione”. Lo afferma il sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Paola De Micheli, con delega alle ricostruzioni. “Saremo al fianco delle istituzioni locali e dei cittadini nei prossimi giorni – assicura la sottosegretaria De Micheli – sia nella fase dell’emergenza acuta che nella successiva fase della ricostruzione. Il Fondo per le emergenze nazionali dispone di 234 milioni che saranno utilizzati per la gestione delle esigenze immediate. Stiamo ricostruendo la vicina L’Aquila e grazie all’accelerazione che ha imposto questo governo siamo usciti dalla fase di stallo. I cittadini delle zone che oggi sono macerie sappiano che abbiamo le risorse e l’esperienza per intervenire, superare l’emergenza e ricominciare”.

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