120 droni colpiscono Kiev mentre la Russia intensifica gli attacchi, Zelensky valuta ritiro da Pokrovsk

L’offensiva coinvolge anche infrastrutture energetiche e siti diplomatici, mentre l’Azerbaigian condanna i nuovi raid sulla capitale ucraina

Zelensky richiede armi a lungo raggio

Volodymyr Zelensky

Quattro civili sono morti e almeno 24 sono rimasti feriti quando, alle 00:45 di oggi, la Russia ha lanciato oltre 120 droni e decine di missili contro Kiev colpendo edifici residenziali e infrastrutture energetiche.

Le autorità ucraine hanno confermato che tre ondate di attacchi — registrate alle 00:45, all’1:00 e all’1:30 — hanno investito quasi tutti i quartieri della capitale, provocando incendi e blackout diffusi. Il sindaco di Kiev, Vitali Klitschko, ha riferito che almeno 11 edifici a più piani sono stati colpiti e che una delle vittime risiedeva in un grattacielo del quartiere di Desnianskyi, dove le fiamme hanno coinvolto i piani tra il quinto e l’ottavo. I soccorritori hanno tratto in salvo una quarantina di persone, mentre cinque feriti, tra cui una donna incinta, sono stati ricoverati in condizioni definite “serie”. Il presidente Volodymyr Zelensky ha parlato di un’azione “condotta con centinaia di droni e missili, inclusi ordigni balistici”, indicando danni anche all’Ambasciata dell’Azerbaigian, già colpita in precedenti attacchi.

Danni diffusi alla rete elettrica di Kiev

La rete energetica della capitale è stata uno degli obiettivi principali dei raid, con intere aree rimaste senza luce né riscaldamento per ore. Le squadre tecniche stanno lavorando da questa mattina per ripristinare la fornitura, mentre le autorità avvertono che potrebbero verificarsi interruzioni prolungate nei prossimi giorni. Secondo il Ministero della Difesa russo, citato dai media di Mosca, l’operazione aveva come obiettivo “l’industria della difesa e gli impianti energetici ucraini” e comprendeva anche l’uso di missili balistici Kinzhal. In parallelo, sono proseguiti gli attacchi nella regione meridionale di Zaporizhzhia, dove ieri sono stati registrati 731 bombardamenti contro 20 insediamenti, che hanno provocato quattro vittime. L’escalation conferma la volontà russa di esercitare pressione su più fronti, combinando obiettivi militari e infrastrutturali.

Zelensky valuta un ritiro da Pokrovsk

Le tensioni restano alte anche nel Donbass, dove le Forze armate ucraine potrebbero ritirarsi da Pokrovsk. Zelensky, in un’intervista a Bloomberg, ha riconosciuto che la situazione in città è “molto difficile” e che la decisione finale “spetta ai comandanti sul campo”. Il presidente ha ribadito che “nessuno obbliga i nostri soldati a morire per delle rovine” e che la priorità resta “salvare le vite”. Secondo Kiev, la Russia punta a catturare Pokrovsk per convincere il presidente statunitense Donald Trump che l’Ucraina dovrebbe abbandonare l’intero Donbass per facilitare un eventuale negoziato. Le forze russe, ormai vicine al pieno controllo della città, continuano a rafforzare la pressione lungo la cintura urbana semi-circondata.

Diplomazia in movimento

Dopo i danni subiti dall’Ambasciata dell’Azerbaigian a Kiev, Zelensky ha avuto un colloquio telefonico con il presidente azero Ilham Aliyev. Quest’ultimo ha condannato il bombardamento e ricordato che non è la prima volta che strutture legate a Baku vengono colpite. Il leader ucraino ha espresso gratitudine per il sostegno e per le condoglianze inviate al popolo ucraino, definendo l’episodio un ulteriore segnale dell’intensificazione degli attacchi russi contro obiettivi civili e diplomatici. Sul piano internazionale, analisti ritengono che la distruzione di sedi consolari potrebbe riaccendere il dibattito sulla sicurezza delle missioni straniere nel Paese e sulla necessità di nuove misure di protezione, mentre i partner occidentali osservano con attenzione l’evoluzione del conflitto nelle prossime settimane.