Il vero miracolo è quello di Salvini, la Lega supera Forza Italia in cinque Regioni

Il vero miracolo è quello di Salvini, la Lega supera Forza Italia in cinque Regioni
1 giugno 2015

di Carlantonio Solimene

Ecco il “dato-choc” delle Regionali: La Liguria va a Giovanni Toti, candidato del centrodestra, che con il 35,7% precede Raffaella Paita, centrosinistra, fermo al 28,3%. In terza posizione la pentastellata Alice Salvatore, al 21,9% mentre non raggiunge il 10% Luca Pastorino l’altro candidato del centrosinistra, sostenuto da Sergio Cofferati e Pippo Civati e oggetto, in serata, degli strali dello sconfitto Nel Pd scatta la faida. Cofferati, sconfitto in primarie sulla cui regolarità aleggiano moltissimi dubbi, ai microfoni di La7 non riesce a nascondere un po’ di gioia sadica per lo scherzo che il candidato di Pippo Civati, Luca Pastorino, ha fatto a Renzi. Il fedelissimo del premier Ernesto Carbone non resiste e digita un tweet al vetriolo. Eppure, nel flusso di cifre inattendibili che si diffondono poco dopo la chiusura dei seggi, i leader dimenticano di commentare l’unica certezza di questa tornata amministrativa. L’ennesimo, drammatico, calo dei votanti. La media dei votanti si attesta intorno al 50%, circa dieci punti in meno rispetto a cinque anni fa. Un avente diritto su due ha disertato le urne. E solo una parte del calo è attribuile al lungo e soleggiato ponte del 2 giugno. Il vero dato è anche che vince il voto di protesta, quello della Lega e dei grillini. Mentre Renzi è lontanissimo dal 40% conquistato solo un anno fa alle Europee.

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Gli exit poll, si diceva. Se la notte dello spoglio avesse confermato i primi dati, nel Partito Democratico si aprirebbe una pesantissima resa dei conti. Perché il risultato largamente sotto le aspettative di Raffaella Paita, oltre che dovuto alla concorrenza a sinistra di Luca Pastorino, paga anche le polemiche sugli “impresentabili” seguite alla presentazione della lista della Commissione Antimafia guidata dalla “ribelle” Rosy Bindi. E non basta a riequilibrare il quadro la vittoria di Vincenzo De Luca in Campania, specie se si considera che la presidenza, per l’ex sindaco di Salerno, potrebbe durare solo pochi giorni a causa della legge Severino. Né, ovviamente, le affermazioni scontate in Toscana, Marche e Puglia, mentre l’Umbria è rimasta incerta fino alla fine. Silvio Berlusconi, dal canto suo, ha potuto addormentarsi più sereno. Nel “miracolo” Toti ha creduto praticamente solo lui, e il pranzo celebrato ieri in Liguria, prima di rientrare ad Arcore, testimonia quanto fosse importante questa partita.

Ma il Cavaliere adesso dovrà fare i conti con Matteo Salvini perché in cinque Regioni la Lega è passata davanti a Forza Italia: Veneto, Liguria, Marche, Umbria e Toscana. Addirittura in Toscana la Lega sarebbe il secondo partito davanti anche ai 5 Stelle. Solo un anno fa il Carroccio era avanti solo in Veneto. Salvini può brindare all’affermazione in Veneto di Zaia, con il governatore uscente che non ha risentito affatto dello strappo di Tosi (unendo le due percentuali, in questa Regione il centrodestra unito varrebbe quasi il 60%. Se però, oltre all’astensione, si vuole individuare un vero vincitore di queste Regionali, è indubbiamente il MoVimento 5 Stelle. Secondo partito in quasi tutte le amministrazioni al voto, per la prima volta ha “sfiorato” una poltrona da governatore, quella della Liguria. È il segno che il movimento di Beppe Grillo sta diventando “adulto”. E che la ritirata dietro le quinte del leader – un solo comizio per questa tornata elettorale – ha rivitalizzato una forza che sembrava arrivata al capolinea.

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