6500 abitanti per il Borgo definito: “L’anima della Sicilia” | Tra colline e strade di pietra c’è un paesino che ruba il cuore: tappa obbligata per questo Weekend

Gangi - (guidasicilia) - IlFogliettone.it
Un paesino medievale abbarbicato sulla Madonie che serba tradizioni, arte e folklore, e attira milioni di visitatori.
Adagiato sulle pendici delle Madonie, Gangi è un piccolo gioiello della Sicilia che sembra sospeso nel tempo. Le sue origini, avvolte nella leggenda, risalgono all’antica città di Engyon, fondata dai Cretesi nei pressi di una fonte d’acqua ritenuta sacra. Camminando per le sue strade, si respira un’aria d’altri tempi, dove mito e realtà si fondono in un’atmosfera suggestiva. Una tappa imperdibile è il Santuario dello Spirito Santo, poco fuori dal centro abitato, dove secondo la tradizione fu ritrovata una miracolosa immagine del Padre Eterno dipinta su un masso.
Il cuore di Gangi si rivela nei suoi vicoli silenziosi e nelle architetture che raccontano un glorioso passato. Spicca la Torre dei Ventimiglia, simbolo del potere feudale, e ancor più in alto si erge il Castello, testimone del periodo medievale. Da lì, lo sguardo abbraccia l’intero abitato e il paesaggio circostante, punteggiato da tetti in coppo e campanili. I palazzi nobiliari, come Palazzo Bongiorno e Palazzo Sgadari, oggi custodi d’arte e cultura, testimoniano l’eleganza di un tempo che qui sembra non essere mai finito.
Gangi è anche porta d’ingresso al Parco Naturale Regionale delle Madonie, un’area protetta che comprende quindici Comuni e si estende tra montagne e vista mare. Il parco, con sede a Petralia Sottana, è un paradiso per gli amanti della natura: boschi di castagni, querce da sughero, ciliegi e agrifogli secolari si alternano a sentieri e radure. Il Sentiero degli Agrifogli, a Piano Pomo, è tra le mete più affascinanti, con alberi alti fino a 14 metri che sembrano guardiani silenziosi di un luogo incantato.
Per gli appassionati d’arte, l’Itinerario Gaginiano è un viaggio nella bellezza. Coinvolge Gangi e altri tre Comuni delle Madonie, offrendo la possibilità di ammirare le opere della famiglia Gagini, scultori di fama nel Rinascimento siciliano. Questo percorso non è solo un omaggio all’arte, ma anche un invito a scoprire la cultura e la spiritualità che permeano questi borghi montani.
Feste e tradizioni che scaldano il cuore
Gangi conserva un ricco calendario di feste popolari che scandiscono il ritmo dell’anno. Durante il Carnevale, la Cravaccata colora le strade con carri e maschere a cavallo. La Domenica delle Palme, tra tamburi e stendardi, si trasforma in un rito barocco partecipato con devozione. La Festa dello Spirito Santo, con le sue 35 statue portate a spalla, è uno degli eventi religiosi più spettacolari dell’isola.
La cultura trova spazio nei musei ospitati a Palazzo Sgadari. Il Museo Civico-Archeologico racconta la storia antica del territorio, dai resti arcaici fino all’età paleocristiana. Di grande valore è anche la Pinacoteca Gianbecchina, che espone le opere del pittore gangitano celebrato da Guttuso. Un’altra perla è il Museo dei Cappuccini, piccolo ma ricco di testimonianze religiose e artistiche.

Gusto e identità nei sapori locali
La cucina di Gangi è un inno alla tradizione contadina e religiosa. I piatti raccontano la storia della comunità: la “pasta ccu maccu”, condita con purea di fave, è un comfort food dalle radici antiche; il castrato al forno profuma di erbe e ricordi familiari. In Quaresima si riscopre il baccalà fritto con finocchietto selvatico, mentre a Natale trionfano dolci come la cucchia, con il suo ripieno profumato, e i mastacuttè, simbolo delle stagioni calde.
Dalle rievocazioni francescane di “Vivere in Assisi” al presepe vivente che trasforma i vicoli in una piccola Betlemme, Gangi sa incantare in ogni periodo dell’anno. I suoi suoni, colori e sapori offrono un’esperienza autentica, dove ogni pietra racconta una storia e ogni festa rinnova un’identità profonda. Gangi è più di un borgo: è un luogo dell’anima, dove passato e presente convivono in perfetta armonia.