“Apritemi le porte della giustizia!”

“Apritemi le porte della giustizia!”. Papa Francesco apre la porta santa di San Pietro, dopo quella della Repubblica centrafricana, e avvia solennemente il Giubileo della misericordia. Affettuoso l’abbraccio con il suo predecessore Benedetto XVI, entrato in basilica dopo il Pontefice. Le imponenti misure di sicurezza attorno al Vaticano per il timore di attentati terroristici, nonché una pioggerella fine scesa nelle prime ore del giorno, non hanno impedito decine di migliaia di fedeli di affluire a San Pietro. No fly zone nei cieli di Roma, poliziotti e carabinieri in tutta la città, controlli delle auto a campione attorno alla zona vaticana, poi via della Conciliazione bloccata al traffico e tansennata. I pellegrini, a partire dalle prime ore della mattina, si sono sottoposti ai controlli con il metal detector della lunga fila per piazza San Pietro. Il cardinale Segretario di Stato Pietro Parolin, al Corriere della sera, conferam: “Non possiamo farci paralizzare dalla paura, che è poi ciò che vogliono gli autori degli attentati terroristici: seminare apprensione, compromettere lo svolgimento della vita normale”. Il flusso di fedeli, pellegrini, romani e semplici turisti, è proseguito ben oltre l’avvio della cerimonia alle 9:30. Le stime delle forze dell’ordine sono di 50mila partecipanti a metà mattina. Prima di aprire la porta santa, e conclusa la messa celebrata insolitamente sul sagrato di San Pietro, il Papa si è trasferito nell’atrio della basilica vaticana, dove, davanti alla Porta santa, ad attenderlo c’era il Papa emerito Benedetto XVI.

Jorge Mario Bergoglio ha abbracciato il suo predecessore, appoggiato ad un bastone e affiancato dal segretario personale, mons. Georg Gaenswein, ed ha scambiato con lui alcune parole. Il Papa in silenzio ha poi salito i gradini dello stipite di destra di San Pietro ed ha aperto la porta santa, sostando in preghiera sulla soglia tra i flash dei fotografi e le riprese delle telecamere di tutto il mondo. Il Papa è poi entrato per primo nella basilica, seguito da quattro cerimonieri, e dopo di lui è entrato lo stesso Joseph Ratzinger. Francesco ha salutato nuovamente Benedetto XVI, tenendogli la mano, prima di proseguire per il centro della basilica. Sono poi entrati in basilica i conclebranti, le autorità presenti alla cerimonia, i maggiorenti della Segreteria di Stato vaticana, i cerimonieri, e i primi pellegrini, che continueranno a passare per tutto l’anno giubilare, fino al termine del 20 novembre del 2016. Presenti in piazza San Pietro le massime autorità italiane, a partire dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, affiancato dalla figlia con veletta nera, il premier Matteo Renzi con la signora Agnese, il ministro dell’Interno Angelino Alfano, il prefetto di Roma Franco Gabrielli e il prefetto Francesco Paolo Tronca. Presenti tra gli altri i reali del Belgio. Mattarella, che saluta il Papa prima della cerimonia, è tra i primi a passare dalla Porta santa. “Dobbiamo anteporre la misericordia al giudizio, e in ogni caso il giudizio di Dio sarà sempre nella luce della sua misericordia”, ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa di apertura del giubileo della misericordia, concluso con l’apertura della Porta santa dela basilica vaticana: “Abbandoniamo ogni forma di paura e di timore, perché non si addice a chi è amato; viviamo, piuttosto, la gioia dell’incontro con la grazia che tutto trasforma”. Con il Papa concelebrano i primi tre cardinali vescovi, Angelo Sodano, Giovanni Battista Re e Tarcisio Bertone, e mons. Rino Fisichella, responsabile vaticano dell’anno santo.

Dopo la cerimonia, su Twitter, il Papa scrive: “Che il Giubileo della misericordia porti a tutti la bontà e la tenerezza di Dio”. A mezzogiorno il Papa si affaccia dalla finestra del suo studio per la preghiera dell’Angelus. Nel pomeriggio, alle 16, il Papa si reca, come ogni anno per la festa dell’Immacolata concezione, a piazza di Spagna, per deporre un omaggio floreale alla base della colonna di Maria. Prima di rientrare in Vaticano, sosterà nella basilia di Santa Maria maggiore, molto cara a Bergoglio, dove peraltro aprirà la porta santa il primo gennaio. Alle 20 spettacolo di luci sulla cupola di San Pietro. Venerdì prossimo, intanto, il Papa compirà il primo dei gesti misericordiosi dell’anno santo andando ad aprire la porta dell’ostello della Caritas di Roma dedicata a don Luigi Di Liegro vicino alla stazione Termini. “Apritemi le porte della giustizia!”. Dopo aver pronunciato queste parole Papa Francesco ha solennemente aperto la Porta santa della basilica di San Pietro, dando così avvio al Giubileo della misericordia che si svolgerà per un anno e terminerà il 20 novembre del 2016. Prima di aprire la porta santa, e conclusa la messa celebrata insolitamente sul sagrato di San Pietro, il Papa si è trasferito nell’atrio della basilica vaticana, dove, davanti alla Porta santa, ad attenderlo c’era il Papa emerito Benedetto XVI. Jorge Mario Bergoglio ha abbracciato il suo predecessore, appoggiato ad un bastone e affiancato dal segretario personale, Georg Gaenswein, ed ha scambiato con lui alcune parole. Il Papa in silenzio ha poi salito i gradini dello stipite di destra di San Pietro ed ha aperto la porta santa, sostando in preghiera sulla soglia tra i flash dei fotografi e le riprese delle telecamere di tutto il mondo. Il Papa è poi entrato per primo nella basilica, seguito da quattro cerimonieri, e dopo di lui è entrato lo stesso Joseph Ratzinger.

Francesco ha salutato nuovamente Benedetto XVI, tenendogli la mano, prima di proseguire per il centro della basilica. Sono poi entrati in basilica i conclebranti, le autorità presenti alla cerimonia, i maggiorenti della Segretetia di Stato vaticana, i cerimonieri, e i primi pellegrini. “O Dio che riveli la tua onnipotenza soprattutto con la misericordia e il perdono”, è la formula letta da Papa Francesco prima di aprire la Porta santa, “donaci di vivere un anno di grazia, tempo propizio per amare te e i fratelli nella gioia del Vangelo. Continua a effondere su di noi il tuo Santo Spirito, affinché non ci stanchiamo di rivolgere con fiduca lo sguardo a colui che abbiamo trafitto, il tuo Figlio fatto uomo, volto spendente della tua infinita misericordia, rifugio sicuro per tutti noi peccatori, bisognosi di perdono e di pace, della verità che libera e salva. Egli è la porta, attraverso la quale veniamo a te, sorgente inesauribile di consolazione per tutti, bellezza che non conosce tramonto, gioia perfetta nella vita senza fine. Interceda per noi la Vergine immacolata, primo e splendido frutto della vittoria pasquale, aurora luminosa dei cieli nuovi e della terra nuova, approdo felice del nostro pellegrinaggio terreno. A te, padre santo, al tuo figlio, nostro redentore, allo Spirito santo, il consolatore, ogni onore e gloria nei secoli dei secoli”. Davanti all’altare della Confessione, poi, il Papa ha concluso la celebrazione invocando per “tutti coloro che varcheranno la porta della misericordia, con animo pentito, rinnovato impegno e filiale fiducia, di fare viva esperienza” della “tenerezza paterna” di Dio “e di ricevere la grazia del perdono per testimoniare, in parole e opere, il volto” della sua misericordia.

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