Altro schiaffo di Juncker a Renzi: “A Roma manca un interlocutore”

Altro schiaffo di Juncker a Renzi: “A Roma manca un interlocutore”
18 gennaio 2016

C’è distanza, freddezza, incompatibilità, scarsa fiducia. Bruxelles non è mai stata così lontana, o quasi. I rapporti tra Ue e Italia, dopo la bufera dei giorni scorsi, restano tesi. Troppi malintesi, incomprensioni. E Jean Claude Juncker attacca: a Roma manca un interlocutore. Che tradotto dal burocratese vuol dire che l’Italia non ha un govenro. Nessuno con cui L’Europa possa dialogare. In realtà, dopo il duro botta e risposta, Juncker non parla ufficialmente. Ma fonti Ue, pur ribadendo il rapporto di amicizia che lega il presidente della Commissione Ue e Matteo Renzi, fanno sapere che la tensione nasce a causa “di troppi malintesi, nati perché Bruxelles non ha un interlocutore per dialogare con Roma sui dossier più delicati”.

LA REPLICA La replica del governo italiano viene affidata al ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni: “L’Italia ha un governo nel pieno dei suoi poteri. Abbiamo un continuo dialogo con le istituzioni, abbiamo un ministro degli Esteri, degli Interni, dell’Economia. Quelle di Bruxelles sono polemiche inutili. Noi teniamo alle nostre posizioni, ma lo facciamo come lo fa ciascun paese discutendo sui diversi argomenti. Penso che la situazione in Europa sia molto delicata sia sul fronte economico che sul fronte migratorio e questa situazione delicata dovrebbe essere affrontata senza accenti polemici come quelli che ho sentito da Bruxelles che francamente sono, lo ripeto, inutili”.

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I NODI DA SCIOGLIERE Il responsabile della Farnesina ha quindi confermato il blocco dell’Italia sui 3 miliardi promessi dalla Ue alla Turchia per convincerla a frenare la massa di rifugiati diretti a Ovest. Roma non è d’accordo. Gentiloni ha ribadito la posizione assunta dal ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, all’Ecofin di venerdì scorso. Ma da Berlino (principale destinazione dei migranti ndr) premono sulla Commissione per dare il via libera prima possibile a questi fondi. L’Italia chiede di reperire l’intero importo dal bilancio comunitario e di verificare preventivamente come Ankara intenda spendere i finanziamenti. Il ministro degli Esteri italiano preferisce non attaccare l’Alto rappresentante della politica estera Ue Federica Mogherini, che nel suo incarico anche di vicepresidente della Commissione europea potrebbe favorire i rapporti tra Bruxelles e il suo governo nazionale. La tensione resta alta e la scarsità di fondi che l’Italia ha sofferto negli anni scorsi, sempre sul fronte migratorio, potrebbero fare la differenza tra l’apertura comunitaria e la spinta contraria del Bel Paese.

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