Unioni civili, marcare differenza da nozze. Pd cerca mediazione

Unioni civili, marcare differenza da nozze. Pd cerca mediazione
19 gennaio 2016

di Enzo Marino

Per ora il ddl Cirinnà non cambia, oggi il Pd riunirà i senatori per un primo round sulle unioni civili (l’assemblea tornerà a riunirsi il 26 gennaio) e al momento l’orientamento ufficiale sembra essere di non toccare il provvedimento. Ma sotto traccia le cose si muovono, lo stesso presidente Luigi Zanda monitora in continuazione il lavoro di una squadra di mediatori che sta studiando una qualche limatura del testo. Lo scopo: distinguere in maniera ancor più netta le unioni civili dal matrimonio, ufficialmente per evitare i rischi di costituzionalità paventati dai centristi della maggioranza e dai cattolici del Pd. Rischi che, secondo il fronte cattolico, potrebbero concretizzarsi persino con una bocciatura del Quirinale per manifesta incostituzionalità, dopo la sentenza della Consulta del 2010 sulla materia. L’ala sinistra del Pd, in realtà, per ora non vuole sentir parlare di correzioni e la responsabile welfare del Pd Micaela Campana precisa: “Da parte nostra non c’è intenzione di modificare il testo, che è già frutto di correzioni apportate grazie a suggerimenti arrivati da dentro e da fuori il Pd. E non mi risultano obiezioni di costituzionalità al momento…”.

Il segretario Udc Lorenzo Cesa, invece, la vede così: “I correttivi al ddl Cirinnà, in modo particolare per ciò che riguarda gli articoli 2 e 3, risultano inevitabili per non incorrere in un rischio di incostituzionalità che sembra del tutto evidente se esaminiamo il provvedimento alla luce della sentenza della Consulta del 2010 che stabilisce un chiaro no alle equiparazioni tra matrimoni e unioni delle coppie omosessuali”. Matteo Renzi, spiegano, sa di muoversi su un terreno minato e vuole evitare mosse false: il voto in aula non può essere in alcun modo blindato, la “libertà di coscienza” su un tema come questo non può essere messa in discussione, ma bisogna anche far vedere che il Pd ha tenuto il punto. Per questo, spiegano fonti democratiche al Senato, Renzi come premier “non si occupa della vicenda”, ma come segretario Pd è costantemente informato dei lavori in corso a palazzo Madama sui possibili emendamenti. “Di sicuro – fa sapere una fonte Pd del Senato – il testo non verrà cambiato nella sostanza, ma magari sono possibili correttivi per chiarire ancora meglio ciò che già dice la formula che parla di unioni civili come ‘formazioni sociali originali’…”. Limature, insomma, che evitino rischi di incostituzionalità ma che permettano al Pd di rivendicare l’approvazione di una legge che finalmente riconosce diritti alle unioni omosessuali. Sull’adozione, poi, varrà il voto dell’aula, la libertà di coscienza. La riunione di oggi dovrebbe solo avviare il dibattito, mentre le somme verranno tirate nell’assemblea della prossima settimana.

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