Mafia, dimissioni in massa contro Messina Denaro. Decade il consiglio comunale di Castelvetrano

Mafia, dimissioni in massa contro Messina Denaro. Decade il consiglio comunale di Castelvetrano
8 marzo 2016

Arrivano le dimissioni in massa dei consiglieri del Comune di Castelvetrano, paese della provincia di Trapani, regno del superlatitante Matteo Messina Denaro. Sono ventisette su trenta quelli che fino a questo momento hanno deciso di fare questo passo. Lo dice all’AGI il segretario generale del Comune Livio Elia Maggio. “Un gesto forte da parte di quasi tutti i consiglieri”, e’ il suo commento, “ho mandato gia’ la comunicazione alla Regione: il Consiglio e’ nei fatti decaduto perche’ non puo’ funzionare”. Una scelta che e’ la diretta conseguenza dell’imbarazzo e delle pressioni legati al ritorno in Aula di Lillo Giambalvo, arrestato e assolto in primo grado dall’accusa di associazione mafiosa, nell’ambito dell’operazione “Eden 2” che nel dicembre 2014 porto’ in galera una serie di favoreggiatori del boss latitante Matteo Messina Denaro. Ma sulla testa dell’esponente politico secondo molti sono rimaste addensate parecchie ombre.

Giambalvo, che ha sempre respinto l’ipotesi dell’addio, non e’, almeno al momento, nell’elenco dei consiglieri dimissionari. Nell’ambito dell’indagine, era stato intercettato e sentito dagli investigatori esprimere apprezzamenti nei confronti del boss latitante Matteo Messina Denaro e mentre si augurava la morte del figlio di Lorenzo Cimarosa, cugino del latitante, che in quei giorni aveva deciso di collaborare con i magistrati. “Quelle intercettazioni – ha sempre sostenuto – non sono state considerate valide e io non ho mai detto quelle frasi, conosco i figli di Cimarosa e mai mi sarei permesso di pensare una cosa del genere”. Inevitabili adesso, dopo le dimissioni dei consiglieri, il decreto di scioglimento e la nomina da parte della Regione di un commissario che assolvera’ le funzioni dell’organismo fino alle elezioni di primavera 2017; a meno che il sindaco Felice Errante non decida di interrompere anticipatamente la propria esperienza, accelerando il momento elettorale. Nel paese si era recato nelle scorse settimane il vicepresidente della commissionee parlamentare Antimafia Claudio Fava che aveva chiesto ai consiglieri un gesto che andasse in questa direzione. E il Movimento cinque stelle alla Camera ha presentato un’interrogazione per chiede al ministro dell’Interno Angelino Alfano di valutare la possibilita’ di sciogliere il Comune per infiltrazioni mafiose. Un segnale forte era stato chiesto nei giorni scorsi pure dalla Cgil trapanese: “La societa’ castelvetranese deve riscattarsi attraverso un impegno comune, che veda insieme le istituzioni e le associazioni locali, contro la mafia, la corruzione, il malaffare e una subcultura mafiosa che genera connivenza”.

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“E’ la migliore risposta che i consiglieri comunali potessero dare per tutelare l’immagine e l’interesse della città”. Così Mimmo Turano, capogruppo dell’Udc all’Ars, ha commentato la decisione della maggioranza dei membri del Consiglio comunale di Castelvetrano di determinare con le dimissioni di massa lo scioglimento del consesso cittadino scosso dal caso Giambalvo.  “Ringrazio in particolare i consiglieri del gruppo Udc-Area Popolare, il capogrupp Salvatore Ingrasciotta, Piero Barresi e Pietro Sciacia – aggiunge Turano – che hanno sentito il dovere di restituire serenità ad una comunità turbata e sotto pressione. Da questo senso di responsabilità e dal rigore morale bisognerà ripartire per costruire il futuro di Castelvetrano”.

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