Consiglio Ue dell’Energia, i 27 divisi su rimedi a rincari

Consiglio Ue dell’Energia, i 27 divisi su rimedi a rincari
26 ottobre 2021

Si svolge oggi a Lussemburgo una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia dell’Ue per discutere dell’aumento dei prezzi energetici, e delle risposte da dare sia a livello si Stati membri che a livello europeo, nel breve e nel medio termine, per mitigarne l’impatto negativo. Ma i Ventisette sono divisi e lontani dalla possibilità di trovare una posizione unitaria. Alla vigilia della riunione, otto paesi (Germania, Olanda, Austria, Irlanda, Danimarca, Lussemburgo e i tre baltici) hanno pubblicato una dichiarazione congiunta in cui mettono le mani avanti dichiarandosi contrari alle iniziative (prospettate soprattutto da Spagna e Francia) per riformare l’attuale sistema di mercato e di formazione dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità nell’Ue, molto dipendente dai prezzi del gas. I ministri avranno uno scambio di opinioni, in sessione pubblica teletrasmessa con inizio alle 9.35, sulla base della comunicazione della Commissione dal titolo “Lotta all’aumento dei prezzi dell’energia: un ‘toolbox’ (pacchetto di misure, ndr) d’intervento e di sostegno” presentata il 13 ottobre, tenendo a-conto anche delle posizioni emerse durante la discussione che hanno avuto i capi di Stato e di governo al Consiglio europeo di Bruxelles, il 21 ottobre.

Il forte rimbalzo dei prezzi dell’energia, trainato soprattutto dai rincari del gas, è stato registrato negli ultimi mesi dopo che c’era stato un marcato calo dei prezzi a livello mondiale e dell’Ue nel 2020, a causa del rallentamento dell’attività economica dovuto al lockdown sanitario. Il “Toolbox” (letteralmente “cassetta degli attrezzi”) della Commissione definisce misure a breve e medio termine che gli Stati membri possono adottare per mitigare l’impatto negativo dei prezzi elevati dell’energia. Inoltre, prospetta delle misure coordinate che la Commissione sta valutando di adottare a medio termine, in particolare per garantire una migliore preparazione e resilienza dell’Unione nel settore energetico. Le misure a breve termine sono per lo più di competenza degli Stati membri. La Commissione propone misure da finanziare con le entrate generate dalle aste del sistema Ets (la borsa europea dei permessi di emissione), di ridurre imposte e prelievi sull’energia, e di sovvenzionare, ove necessario, le imprese con aiuti di Stato che però dovranno essere in linea con le regole di concorrenza dell’Ue. Le azioni nazionali dovrebbero essere temporanee e mirate, per proteggere consumatori e imprese vulnerabili, per essere poi ritirare in primavera, quando la situazione dei prezzi dovrebbe tornare su livelli medi, quanto prevede l’Esecutivo comunitario. La Commissione precisa che le possibili soluzioni non dovrebbero interferire con il mercato interno dell’energia dell’Ue, né con gli sforzi in corso per sostenere la transizione verso un’economia decarbonizzata.

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Nel medio termine, ulteriori investimenti nell’installazione di nuove capacità nelle rinnovabili, nell’integrazione del sistema (con il potenziamento della flessibilità e dello stoccaggio dell’energia), e l’efficienza energetica, in particolare attraverso il rinnovamento degli edifici, sono visti come un contributo fondamentale per ridurre la dipendenza dell’Ue dai combustibili fossili e l’esposizione alla volatilità dei prezzi globali. La Commissione ha comunque annunciato un’analisi, con il supporto dell’Agenzia europea per la cooperazione dei regolatori dell’energia(Acer), dei vantaggi e svantaggi dell’attuale struttura del mercato elettrico all’ingrosso, e un’indagine, con il supporto dell’Esma (l’Autorità europea per i mercati dei capitali e prodotti finanziari) per individuare e sorvegliare eventuali comportamenti speculativi nel mercato Ets. L’Esecutivo Ue, rispondendo in particolare a Spagna e Italia, si è detto pronta a esaminare la possibilità di creare riserve strategiche di gas dell’Ue (come quelle che già esistono per il petrolio), di migliorare l’accesso alla capacità di stoccaggio, e di esplorare anche la possibilità di concludere contratti congiunti con i fornitori, che comunque sarebbero volontari peri paesi membri, per l’approvvigionamento di riserve di gas.

Gli otto paesi che hanno firmato la dichiarazione congiunta volta a preservare gli attuali meccanismi di mercato si dicono d’accordo con la Commissione sul fatto che la soluzione risiede nell’accelerare le misure di efficienza energetica e di installazione di nuove capacità di produzione di energia da fonti rinnovabili, e considerano fondamentale procedere rapidamente con l’approvazione e l’attuazione delle misure del Green Deal, previste dal pacchetto “Fit-for-55”, in vista dell’obiettivo della “neutralità climatica” entro il 2050. “Una transizione energetica ben gestita – si rileva nella dichiarazione degli otto paesi – non è la causa, ma parte della soluzione per mantenere prezzi abbordabili e prevedibili. Il mercato interno del gas e dell’elettricità è stato costruito congiuntamente e gradualmente negli ultimi decenni. I mercati competitivi contribuiscono all’innovazione e alla sicurezza dell’approvvigionamento e sono quindi un elemento chiave per facilitare la transizione”. A questo punto, la dichiarazione diventa un vero e proprio avvertimento: “Poiché i picchi di prezzo hanno delle cause globali, dovremmo stare molto attenti prima di interferire nell’architettura (‘design’, ndr) dei mercati interni dell’energia”.

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Questa interferenza “non sarebbe un rimedio per mitigare l’attuale aumento dei prezzi dell’energia legato ai mercati dei combustibili fossili. Quello di cui abbiamo bisogno, invece, per rafforzare la resilienza agli shock dei prezzi, è un mercato dell’energia dell’Ue ben integrato che funzioni in base ai meccanismi di mercato e a buone interconnessioni come parte della soluzione per rafforzare la resilienza”. Secondo gli otto paesi firmatari, “l’approccio migliore dovrebbe essere costituito da ulteriori interconnessioni in vista del raggiungimento dell’obiettivo del 15% di interconnessione elettrica entro il 2030 e di una ulteriore integrazione dei mercati dell’elettricità nell’Ue. Mercati energetici trasparenti e competitivi garantiscono efficienza e prezzi competitivi agli utenti finali”. “Pertanto – conclude in modo netto la dichiarazione congiunta -, non possiamo sostenere alcuna misura che sia in conflitto con il mercato interno del gas e dell’elettricità, come ad esempio una riforma ad hoc del mercato elettrico all’ingrosso”.

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