Cdm per Dl anti Covid, verso obbligo mascherina all’aperto
Si discute anche su tamponi a vaccinati, possibili se non si ha booster
Obbligo di mascherina, con la Ffp2 richiesta almeno nei luoghi chiusi o più a rischio come gli stadi, tamponi anche ai vaccinati, ma solo a chi non ha fatto la terza dose, durata del Green pass ridotta. E sullo sfondo l’allargamento dell’obbligo vaccinale. Questi alcuni dei provvedimenti che domani saranno discussi dalla cabina di regia del governo e poi “tradotti” in un decreto da portare nel pomeriggio in Consiglio dei ministri.
Il Natale è alle porte e la pandemia continua a correre, dunque il governo deve intervenire per ridurre le occasioni di contagio.
Il presidente del Consiglio Mario Draghi aspetterà gli ultimi dati (quelli sul sequenziamento della variante Omicron ancora non sono disponibili), che però non sono positivi: oggi i nuovi casi sono stati 36.293, con 146 morti e un tasso di positività in crescita al 4,7%. “Uno può sperare che le cose vadano per il meglio, ma in realtà deve preparasi al peggio”, ha detto Draghi nella conferenza stampa di fine anno, sottolineando la necessità di “agire d’anticipo”.
Da qui i nuovi provvedimenti, ancora però da definire. Secondo quanto si apprende da fonti di governo, è sostanzialmente certa la riduzione della durata del certificato verde (tra 5 e 7 mesi), così come dovrebbe essere introdotto l’obbligo di mascherina anche all’aperto, cosa già decisa oggi dalla Spagna. Per gli eventi al chiuso, i mezzi di trasporto, ma anche i luoghi di assembramento all’aperto (come gli stadi) potrebbe essere richiesta la maschera Ffp2. Per quanto riguarda l’accesso agli eventi culturali, a cinema e teatri, l’ipotesi del tampone anche ai vaccinati, circolata nei giorni scorsi, non era piaciuta ai partiti. Una mediazione potrebbe essere quella di prevedere il test solo per chi ancora non ha fatto il “booster”. “Nel periodo intercorrente tra seconda e terza dose, quando la durata tende a scadere – ha spiegato Draghi – occorre fare il tampone. È una misura temporanea, che riflette questa differenza temporale che c’è, ma bisogna farla per contrastare la diffusione del virus”.
Per quanto riguarda il lavoro, è prevedibile un ritorno massiccio allo smart-working. Niente dad né prolungamento delle vacanze per le scuole, cosa a cui Draghi tiene molto. “Sono consapevole – ha sottolineato – della sofferenza che i giovani e i più giovani hanno subito a causa delle restrizioni e faremo di tutto per evitare che quella esperienza si ripeta. Per questo però occorre prendere precauzioni anche nella scuola: la prima cosa da fare è uno screening delle scuole e su questo Figliuolo si è messo in moto: se è necessario potenziare questo sforzo in varie direzioni, e credo sia necessario, lo faremo; la seconda è il testare continuamente; la terza è la vaccinazione, di tutti e oggi anche dei bambini”.
Proprio la vaccinazione per il governo è ancora la chiave per battere il virus. “I vaccini restano lo strumento di difesa migliore”, ha sottolineato, ricordando che in questo momento “i tre quarti dei decessi sono tra non vaccinati”. Dunque “invito tutti i cittadini a continuare a vaccinarsi e a fare la terza dose, oggi questa è la priorità, il vaccino funziona molto bene anche contro le nuove varianti”. Altrimenti, ha sottolineato, “l’obbligo vaccinale resta sempre sullo sfondo, non è stato mai escluso, lo valuteremo. Lo abbiamo già esteso ad alcune categorie, valuteremo l’estensione ad altre categorie. Non so se già domani alla cabina di regia ma specialmente se i contagi continuano a crescere sarà oggetto di discussione a tempi brevissimi”. Se le misure non basteranno, poi, l’esecutivo dovrà essere pronto a un ulteriore giro di vite. “Per ora non parliamo di lockdown per i non vaccinati. Però ogni risposta è sul tavolo”, ha avvertito il presidente del Consiglio.
