La Commissione europea ha deciso di stanziare ulteriori 68 milioni di euro a sostegno della popolazione palestinese, nelle diverse aree in cui è stanziata o rifugiata in Medio Oriente, da erogare attraverso partner internazionali come la Croce Rossa e la Mezzaluna Rossa. A questa cifra si aggiungono gli aiuti per 82 milioni di euro da erogare tramite l’Agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa), nel 2024, portando il totale a 150 milioni di euro. La Commissione ha annunciato oggi che procederà al pagamento di una prima tranche di 50 milioni di euro di questa dotazione assegnata all’Unrwa la prossima settimana. Inoltre, la Commissione ha stanziato altri 125 milioni di euro in aiuti umanitari d’emergenza, attraverso il proprio ufficio Echo (“European Civil Protection and Humanitarian Aid Operations”) a favore della popolazione palestinese per il 2024.
L’Esecutivo comunitario appalterà una prima tranche di questo aiuto complessivo, pari a 16 milioni di euro. L’anno scorso, questi aiuti umanitari d’emergenza distribuiti ai palestinesi dall’Ue sono ammontati a 100 milioni di euro. In totale, quindi, con le decisioni di ieri, fra finanziamenti all’Unrwa e aiuti umanitari d’urgenza, la Commissione ha stanziato 275 milioni per la popolazione civile palestinese. Lo stanziamento da 82 milioni di euro per l’Unrwa, comunque, non è un assegno in bianco. Dopo l’esborso di 50 milioni di euro che avverrà nei prossimi giorni, la parte rimanente (32 milioni) degli aiuti complessivi assegnati all’Agenzia Onu sarà confermata solo dopo la verifica del rispetto di un accordo con la Commissione europea che è stato concluso sempre ieri. L’accordo, in effetti, prevede la possibilità per la Commissione di sospendere o recuperare i pagamenti qualora emergano informazioni credibili che indicano carenze significative nel funzionamento del sistema di controllo interno dell’Unrwa.
Le accuse contro membri Unrwa
Alla luce delle gravissime accuse formulate il 24 gennaio contro alcuni membri del personale dell’Unrwa, riguardanti una loro possibile partecipazione negli attacchi terroristici di Hamas del 7 ottobre in Israele, il 29 gennaio la Commissione aveva posto tre condizioni per continuare a fornire i suoi aiuti all’Agenzia dell’Onu. Come ha ricordato ieri il portavoce capo della Commissione, Eric Mamer, la prima di queste condizioni era “che l’Unrwa accettasse di lanciare un’inchiesta sul possibile coinvolgimento del suo personale, riguardo a quelle accuse molto gravi”, e di “rafforzare il proprio dipartimento interno per le indagini, per garantire che siano evitati questi rischi di partecipazione ad attacchi terroristici”. La seconda condizione era che l’Unrwa accettasse di effettuare “uno ‘screening’ di tutti i membri del proprio personale, in relazione alle possibilità di un loro coinvolgimento con Hamas”; e la terza riguardava l’accettazione da parte dell’Agenzia di “una verifica (‘audit’ ndr) condotta da esperti indipendenti, nominati dalla Commissione europea”. Le tre condizioni sono state tutte rispettate, ma bisognerà nei prossimi mesi verificare che siano messi in opera tutti gli impegni presi.
Per quanto riguarda la prima condizione, una nota pubblicata oggi a Bruxelles spiega che la Commission “ha accolto con favore l’indagine avviata dall’Ufficio delle Nazioni Unite per i servizi di supervisione interna, volta a far luce su queste gravi accuse contro agenti dell’Unrwa, e per aver creato un gruppo di revisione indipendente, guidato dall’ex ministra degli Esteri francese Catherine Colonna, per valutare se l’Agenzia sta facendo tutto ciò che è in suo potere per garantire la neutralità e rispondere alle accuse di gravi violazioni”. Inoltre, “a seguito degli scambi con la Commissione, l’Unrwa ha indicato di essere pronta a garantire che venga effettuata un riesame del suo personale, per confermare che non abbia partecipato agli attacchi, e che siano messi in atto ulteriori controlli per mitigare tali rischi in futuro”. E l’Agenzia si detta anche “d’accordo sul rafforzamento del suo dipartimento di investigazioni interne e della sua governance”. E questa era la seconda condizione.
Il monito della von der Leyen
Infine, come prevedeva la terza condizione “l’Unrwa ha acconsentito all’avvio di un ‘audit’ dell’Agenzia che sarà condotto da esperti esterni nominati dall’Ue. L’audit esaminerà i sistemi di controllo per impedire il possibile coinvolgimento del personale e delle risorse dell’Unrwa in attività terroristiche”. In base alla conferma, stamattina, dell’intesa tra la Commissione e l’Unrwa su tutti questi punti, e dello scambio di lettere previsto nelle prossime ore in cui l’Unrwa confermerà i suoi impegni, la Commissione procederà a erogare all’Agenzia Onu la prima tranche di 50 milioni di euro, sugli 82 milioni previsti in totale per il 2024. La seconda e la terza tranche, di 16 milioni ciascuna, saranno erogate in linea con l’attuazione di questo accordo. “Siamo al fianco del popolo palestinese a Gaza e altrove nella regione. I palestinesi innocenti non dovrebbero pagare il prezzo per i crimini del gruppo terroristico Hamas”, sottolinea nella nota la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
I civili palestinesi “si trovano ad affrontare condizioni terribili che mettono a rischio la loro vita a causa della mancanza di accesso a cibo sufficiente e ad altri bisogni primari. Ecco perché quest’anno – conclude von der Leyen – rafforzeremo il nostro sostegno a loro favore con ulteriori 68 milioni di euro”. Il commissario per il Vicinato, Olivér Várhelyi, da parte sua ha evidenziato le condizioni che sono state poste all’Agenzia Onu: “È ora essenziale – dichiara nella nota – che l’Unrwa rispetti le misure e le condizioni concordate per la continuazione della nostra assistenza, e in particolare: lo screening del personale dell’Agenzia in relazione agli attacchi terroristici del 7 ottobre; il controllo del personale, prima del suo reclutamento e poi su base continuativa, con l’attuazione di garanzie aggiuntive; l’audit dei sistemi di controllo dell’Agenzia da parte di esperti esterni nominati dall’Ue, riguardo al suo personale e alle sue risorse; e il rafforzamento del suo dipartimento per le indagini interne, anche attraverso la creazione di una nuova unità investigativa sulla neutralità” dell’Agenzia stessa, ha concluso.