Ufficiale, AUMENTO PENSIONI per gli Italiani: 120 euro in più al mese I C’è la data, finalmente i vecchietti italiani se la possono spassare

Soldi (Pixabay) IlFogliettone

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Buone notizie per alcuni cittadini che nel prossimo futuro potranno godere dell’aumento della pensione. Cosa c’è da sapere. 

Il sistema pensionistico italiano si basa principalmente su un modello contributivo, dove l’ammontare della pensione è direttamente correlato ai contributi versati durante la vita lavorativa. Questo meccanismo, consolidato nel tempo, mira a garantire una forma di sostentamento ai lavoratori una volta raggiunta l’età del ritiro o in caso di determinate condizioni.

Esistono diverse tipologie di pensioni: la pensione di vecchiaia, che si ottiene al raggiungimento di un’età anagrafica e di un minimo di contributi versati, e la pensione anticipata, che permette di accedere al ritiro prima dell’età pensionabile standard, purché si siano maturati un numero sufficiente di anni di contributi.

Un elemento chiave del sistema è il calcolo contributivo, introdotto con la riforma Dini e poi esteso a tutti i lavoratori dal 2012. Questo metodo calcola la pensione in base all’ammontare totale dei contributi versati, rivalutati e trasformati in rendita attraverso coefficienti di trasformazione legati all’età del ritiro.

Nonostante le continue riforme e le discussioni sulla sua sostenibilità futura, il sistema pensionistico rimane un pilastro del welfare, cercando di bilanciare le esigenze dei lavoratori con la stabilità finanziaria dello Stato. Le sfide demografiche e l’evoluzione del mercato del lavoro richiedono un’attenta e costante revisione delle sue dinamiche.

Piccoli aumenti

Nel contesto economico, gli assegni pensionistici subiscono periodicamente piccoli adeguamenti, noti come perequazione automatica. Questo meccanismo, generalmente applicato a inizio anno, serve a tutelare il potere d’acquisto dei pensionati dall’inflazione, adeguando l’importo delle prestazioni all’aumento del costo della vita, misurato dall’indice ISTAT dei prezzi al consumo.

Tuttavia, l’adeguamento non è sempre uniforme per tutti. Le pensioni di importo più elevato ricevono una percentuale di rivalutazione inferiore rispetto a quelle più basse, in base a scaglioni progressivi. Questo sistema, pur mirando a compensare la perdita di potere d’acquisto, spesso non riesce a coprire interamente l’inflazione reale.

Soldi (Instagram) IlFogliettone

Dal prossimo anno aumenta la pensione

Una significativa revisione dell’IRPEF potrebbe tradursi in un aumento consistente per molte pensioni a partire dal 2026. L’ipotesi in discussione prevede di abbassare l’aliquota del secondo scaglione, portandola dal 35% al 33%, e di estendere la soglia massima di reddito tassabile da 50.000 a 60.000 euro annui.

Questo intervento fiscale avrebbe un impatto diretto sui trattamenti pensionistici compresi tra 28.000 e 60.000 euro, garantendo un incremento netto fino a 1.440 euro all’anno, equivalenti a circa 120 euro al mese. A differenza della tradizionale perequazione, che beneficia maggiormente le pensioni più basse, questa modifica favorirebbe in particolare i redditi medio-alti.