“Pagami anche il tragitto casa-lavoro”: ufficiale, il CAPO deve rimborsarti il tempo speso per recarti in ‘loco’ I Guadagni anche stando seduto in auto

Auto (Pixabay) IlFogliettone

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Importante informazione per una buona fetta di lavoratori che potranno sorridere se impiegati in particolari mansioni. 

L’Italia è purtroppo caratterizzata da un tasso di disoccupazione che rimane una sfida significativa. Fino a pochi mesi fa il tasso di disoccupazione generale si attestava al 6,2%, mentre quello giovanile, pur scendendo leggermente, era ancora al 19,4%.

Questo contesto di scarsità di opportunità lavorative alimenta la competizione e indebolisce il potere contrattuale dei lavoratori. Un altro fenomeno preoccupante è l’ampia diffusione del lavoro nero. Secondo l’Istat, l’economia non osservata ha raggiunto i 201,6 miliardi di euro, pari al 10,1% del PIL.

Le unità di lavoro irregolari ammontavano a quasi 3 milioni di persone, una cifra ovviamente solo stimata al ribasso. Questa situazione di elevata disoccupazione e presenza massiccia di lavoro sommerso crea un terreno fertile per lo sfruttamento. I datori di lavoro, approfittando della vulnerabilità dei disoccupati o di chi è impiegato “in nero”, possono imporre condizioni lavorative precarie.

Lo sfruttamento si manifesta in vari settori, con punte elevate nell’agricoltura, nelle costruzioni e nei servizi, dove spesso si registrano casi di caporalato e violazioni dei diritti fondamentali. Questa realtà non solo mina la dignità dei lavoratori, ma distorce anche il mercato del lavoro e frena lo sviluppo economico del Paese.

Full-time e part-time

La differenza principale tra un contratto di lavoro full-time e part-time risiede nell’orario di lavoro. Un contratto full-time prevede generalmente un impegno di 40 ore settimanali, sebbene in alcuni Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro possa essere anche di 38 ore.

Un contratto part-time, invece, prevede un orario di lavoro inferiore a quello del full-time, con la retribuzione e i diritti riproporzionati alle ore effettivamente lavorate. In Italia, il fenomeno del part-time è particolarmente diffuso, e spesso riguarda in misura maggiore le donne. Secondo i dati Istat, il 31,8% delle donne occupate lavora part-time, contro l’8,3% degli uomini. Di questa percentuale femminile, una quota significativa è in regime di “part-time involontario”, ovvero avrebbe desiderato lavorare a tempo pieno.

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Spostamenti in auto retribuiti

Il tempo impiegato da un lavoratore per spostarsi verso un cliente o per svolgere mansioni direttamente legate al lavoro, come il trasporto di materiali, deve essere retribuito. Ogni minuto speso in viaggio per conto dell’azienda è considerato a tutti gli effetti tempo di lavoro e, di conseguenza, deve essere pagato. Questo principio è consolidato e mira a tutelare i lavoratori.

Ciò è particolarmente importante per coloro che, nell’ambito della propria attività, compiono spostamenti al di fuori del normale tragitto casa-lavoro. Quindi, anche il tragitto “extra” necessario per l’esecuzione della professione rientra nelle ore retribuite. Questo vale sia per i liberi professionisti in trasferta sia per i dipendenti con incarichi fuori sede.