“Ti diamo 850 euro al mese”: se hai famiglia, GIORGIA MELONI ti aiuta fin da Luglio, non devi fare nulla, incassi subito il soldi

Soldi (Pixabay) IlFogliettone

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Sorride una nutrita fetta di italiani che in questo biennio può ricevere un sostanzioso sostegno mensile. Cosa c’è da sapere. 

L’Italia si trova al bivio di una congiuntura economica delicata, con l’inflazione che continua a erodere il potere d’acquisto delle famiglie, mettendo a dura prova la tenuta sociale. In questo scenario di crescente incertezza, l’intervento governativo si rivela cruciale, orientato a mitigare le ripercussioni più aspre della crisi sulle fasce di popolazione più esposte.

La sfida è complessa: sostenere il presente senza compromettere il futuro. In questo quadro d’emergenza, i bonus si affermano come strumenti cardine della politica economica. Si tratta di contributi diretti o agevolazioni fiscali erogati dallo Stato, pensati per fornire un sollievo tangibile ai cittadini.

La loro valenza è duplice: da un lato, puntano a sostenere i redditi familiari, alleggerendo l’onere del caro vita; dall’altro, mirano a innescare impulsi vitali in specifici settori di consumo.

L’accesso è vincolato a criteri stringenti e la trasferibilità è esclusa. Tra gli esempi più significativi di questa strategia di “soccorso” economico spiccano il bonus bollette, ideato per contrastare il caro energia, e le agevolazioni per l’acquisto di beni essenziali o per sostenere spese legate alla famiglia e all’istruzione. Questi interventi, seppur transitori, rappresentano un’ancora di salvezza immediata, in attesa di una più solida e duratura ripresa della stabilità socio-economica del Paese.

Bonus, non tutto è positivo, anzi…

I bonus erogati dallo Stato, sbandierati come panacea contro l’inflazione e il caro vita, presentano un doppio volto che merita un’analisi critica. Se da un lato è innegabile il sollievo immediato che offrono a famiglie e individui in difficoltà, sostenendo un potere d’acquisto altrimenti eroso, dall’altro si nascondono insidie. La retorica governativa insiste sulla capacità di questi contributi di stimolare settori specifici.

Tuttavia, è proprio sul fronte delle criticità che l’allarme si fa più pressante. L’impatto sui conti pubblici è devastante: finanziati spesso a debito, i bonus contribuiscono ad aumentare il deficit e il debito nazionale, scaricando il peso sulle spalle delle generazioni future. Una politica assistenziale che rischia di trasformarsi in una vera e propria bomba a orologeria. 

Soldi (Pexels) IlFogliettone

850 euro al mese, Bonus anziani

Da quest’anno è operativo il Bonus Anziani, una nuova prestazione universale che prevede un contributo mensile fino a 850 euro per le persone ultraottantenni non autosufficienti. Questa misura, introdotta in via sperimentale per il biennio 2025-2026, mira a sostenere le spese per le cure domiciliari, inclusa l’assunzione di badanti o l’acquisto di servizi di assistenza qualificati.

Il bonus si cumula con l’indennità di accompagnamento. Per accedere a questo sostegno, i requisiti sono stringenti: l’anziano deve avere almeno 80 anni, un ISEE sociosanitario non superiore a 6.000 euro e trovarsi in una condizione di bisogno assistenziale gravissimo, certificata dall’INPS.