Gallipoli, bambino muore in piscina: aperta inchiesta sulla sicurezza nei parchi acquatici

Una giornata spezzata
Erano momenti di allegria quelli che Andrea, in vacanza con la famiglia originaria della provincia di Lecce ma residente a La Spezia, stava vivendo ieri nel parco acquatico. Poi, l’improvvisa tragedia. Secondo le prime ricostruzioni, il bambino si trovava nella piscina più grande, in un punto dove l’acqua raggiunge la massima profondità. Non sapeva nuotare bene e non indossava braccioli. È stato il padre a notarlo, ormai incosciente, dando l’allarme. I bagnini lo hanno tratto a riva, e il personale del 118 ha tentato disperatamente di rianimarlo. Dopo aver ripristinato il battito cardiaco, Andrea è stato trasferito d’urgenza al reparto di rianimazione dell’ospedale Sacro Cuore di Gallipoli. Ma la lotta è stata vana: oggi il suo cuore si è fermato.
Un’indagine tra ombre e interrogativi
La procura di Lecce ha avviato un’inchiesta per chiarire le circostanze dell’accaduto. Al momento non ci sono indagati, ma gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze tra i presenti in piscina. Tuttavia, le versioni raccolte non convergono su una ricostruzione univoca. La struttura, priva di telecamere di videosorveglianza, non offre immagini che possano aiutare a ricostruire i fatti. Tra le ipotesi al vaglio, si considera che Andrea possa essere sfuggito al controllo dei genitori, finendo accidentalmente nella zona più profonda della piscina. Altre supposizioni includono un possibile malore o un gioco pericoloso, come una prova di apnea protratta oltre le sue capacità. Nessuna di queste teorie ha ancora trovato conferme.
Testimonianze frammentarie e un’attesa di risposte
Le voci raccolte parlano di un bambino che giocava con altri coetanei, ma nessuno sembra averlo visto in difficoltà o aver sentito una richiesta di aiuto. La polizia sta lavorando per ricostruire i minuti precedenti la tragedia, ma l’assenza di filmati rende il compito arduo. È probabile che nelle prossime ore il pubblico ministero disponga un’autopsia, sperando che l’esame possa fornire elementi decisivi per comprendere cosa abbia portato alla morte di Andrea.
Un dramma che scuote
La vicenda di Andrea non è solo una tragedia familiare, ma solleva interrogativi più ampi sulla sicurezza nei luoghi di svago. Come è stato possibile che un bambino di 7 anni finisse in una piscina profonda senza che nessuno se ne accorgesse? Quali misure di sorveglianza erano in atto? La comunità di Gallipoli, meta di migliaia di turisti ogni estate, si trova ora a fare i conti con un dramma che lascia un segno profondo. Mentre la famiglia piange la perdita di un figlio, l’indagine è solo all’inizio, e le risposte potrebbero richiedere tempo. Resta il peso di una domanda senza risposta: come può una giornata di gioia trasformarsi in un lutto irreparabile?
