Decreto Sport 2025: governo accoglie i rilievi del Colle e modifica il testo
Parziale marcia indietro di governo e maggioranza sul decreto sport: il provvedimento, caro al ministro Andrea Abodi, già approvato alla Camera, sarà modificato dal Senato e dovrà tornare a Montecitorio per una terza lettura prima della pausa estiva. Sul decreto si è innescato uno scontro istituzionale tra il Colle, che ha acceso un faro su due articoli (il 9-quater e l’11) per la mancanza di necessità e urgenza, e il governo che, fino a giovedì scorso, aveva deciso di tirare dritto, concludendo l’esame della commissione Cultura e Sport del Senato senza modifiche.
Il testo è atteso in aula a Palazzo Madama domani alle 15 ma manca ancora il parere della commissione Bilancio che, a quanto si apprende da fonti dell’esecutivo, darà parere negativo proprio su una delle due norme finite sotto osservazione del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ovvero quella che riguarda la Commissione indipendente per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche. “Stiamo lavorando su due commi dell’articolo 11”, conferma una fonte di governo.
Nessuna modifica invece sull’altro punto su cui il Colle aveva fatto pervenire rilievi, l’articolo 9-quater secondo cui nei casi di concessione di un contributo statale superiore a 5 milioni di euro a favore dell’organizzatore di un evento sportivo di rilevanza nazionale o internazionale il governo indichi la società Sport e salute S.p.a. per la gestione e l’organizzazione dell’evento. La previsione era stata inserita alla Camera, a sentire il governo, per rendere il testo omogeneo con la nuova governance delle Atp Finals che prevede l’ingresso nell’organizzazione, accanto alla Federazione italiana tennis e padel, anche di Sport e Salute. Una norma su cui il presidente della Fitp Angelo Binaghi ha espresso contrarietà.
Modifiche al decreto e scontro istituzionale
Alla fine, governo e maggioranza hanno scelto la via della prudenza istituzionale, accogliendo integralmente i rilievi del Quirinale. Il Senato ha approvato un emendamento di maggioranza per sopprimere l’articolo 9-quater, che prevedeva l’ingresso obbligatorio di Sport e Salute nella gestione degli eventi con un contributo statale superiore a 5 milioni di euro.
Questa norma era stata criticata dal presidente della Fitp Angelo Binaghi e dal Quirinale per questioni di necessità e urgenza. Sul fronte dell’articolo 11, che istituisce una Commissione indipendente per la verifica dell’equilibrio economico e finanziario delle società sportive professionistiche, si stanno invece lavorando modifiche specifiche su due commi contestati dal Colle, relativi all’assunzione di personale e alla competenza giudiziaria sulle controversie tra federazioni e società sportive.
Dettagli critici su articoli 9-quater e 11
L’articolo 9-quater prevedeva che, in caso di contributi statali superiori a 5 milioni di euro destinati all’organizzazione di eventi sportivi di rilievo nazionale o internazionale, il governo dovesse indicare Sport e Salute S.p.A. come soggetto deputato alla gestione e organizzazione. Questa norma aveva lo scopo di allinearsi alla nuova governance delle Atp Finals, dove Sport e Salute partecipa a fianco della Federazione italiana tennis e padel.
L’articolo 11, invece, introduceva una Commissione per verificare i conti delle società sportive professionistiche. I rilievi del Colle riguardavano due aspetti principali: la previsione di un canale preferenziale per l’assunzione di personale proveniente dalle federazioni, ritenuta incostituzionale per il principio del concorso pubblico, e l’attribuzione della competenza sulle controversie al giudice ordinario invece che al Tar, giudicata priva dei requisiti di urgenza per un decreto legge.
Prospettive di approvazione e complicazioni per l’estate
Le fonti di maggioranza confidano in un’approvazione rapida al Senato e poi a Montecitorio, per inviare il testo corretto al Colle entro giovedì per la promulgazione. Tuttavia, qualora il presidente Mattarella decidesse di non promulgare, il decreto sarebbe rinviato alle Camere per una nuova deliberazione, in piena pausa estiva. Questo comporterebbe una convocazione straordinaria del Parlamento, con il rischio di un rientro anticipato e non scontato dei parlamentari dalle vacanze, pena la decadenza del provvedimento, che scade il 29 agosto.
