“Tu disfi, tu fai”: Ufficiale, per legge il VICINO deve PAGARTI I LAVORI DI CASA I Se si rifiuta lo porti in tribunale

Sentenza (pexels) - IlFogliettone.it

Sentenza (pexels) - IlFogliettone.it

Obbligare il vicino ai lavori, quando la legge va oltre il risarcimento: i conflitti di vicinato e le soluzioni reali

Non sempre i problemi tra vicini si risolvono con un semplice indennizzo economico. In molte situazioni, ciò che serve non è ricevere una somma di denaro, ma eliminare concretamente la causa del danno. Pensiamo al caso di un balcone pericolante che minaccia di crollare o alla demolizione di un muro portante che compromette la stabilità di un immobile. In questi casi, finché non si interviene con lavori mirati, il pericolo rimane intatto e la serenità del proprietario danneggiato continua a essere compromessa.

Il nostro ordinamento non si limita a prevedere il risarcimento del danno in denaro, ma offre anche una tutela in forma specifica. Questa consente al giudice di imporre al debitore un obbligo di fare o di non fare. È una protezione che assume un ruolo fondamentale proprio nei casi di vicinato, quando la soluzione del problema richiede interventi pratici e immediati, e non un semplice ristoro economico che lascerebbe la situazione invariata.

L’obbligo di eseguire lavori può riguardare molteplici scenari: dalla riparazione di una perdita idrica che causa infiltrazioni, alla ricostruzione di un muro abbattuto senza consenso, fino alla rimozione di un impianto che genera emissioni intollerabili. In questi casi, il giudice può ordinare al vicino inadempiente di eseguire direttamente le opere necessarie. Diverso è il discorso quando l’attività è personale e infungibile, come quella di un medico o di un artista: in tali circostanze l’unica via resta il risarcimento in denaro.

Per ottenere che il vicino sia obbligato a intervenire, occorre prima un provvedimento giudiziario di condanna. Questo atto, notificato insieme al precetto, intima al debitore di adempiere entro dieci giorni, avvertendolo che, in caso contrario, si procederà con l’esecuzione forzata. È un passaggio fondamentale perché sancisce formalmente l’obbligo di fare, aprendo la strada alle successive azioni coercitive.

L’esecuzione forzata dei lavori

Se il vicino continua a non muoversi, l’avente diritto può ricorrere nuovamente al tribunale. L’articolo 2931 del Codice civile stabilisce che, in caso di inadempimento di un obbligo di fare, il giudice può autorizzare l’esecuzione dell’opera a spese dell’obbligato. In applicazione dell’articolo 612 del Codice di procedura civile, il magistrato indica le modalità concrete di realizzazione e incarica l’ufficiale giudiziario, che può a sua volta rivolgersi a tecnici e imprese specializzate.

Il vicino non viene obbligato materialmente a eseguire i lavori, ma ne sostiene l’intero costo. Il creditore, di fatto, anticipa le spese e ha diritto a recuperarle attraverso un decreto ingiuntivo previsto dall’articolo 614 del Codice di procedura civile. Qualora il debitore tenti ulteriori resistenze, ad esempio negando l’accesso al proprio appartamento, l’ufficiale giudiziario può chiedere il supporto delle forze dell’ordine per garantire l’esecuzione.

Lavori di messa in sicurezza (pexels) – IlFogliettone.it

Le penalità per i ritardi

Per rafforzare l’efficacia del provvedimento, il giudice ha anche la possibilità di stabilire una somma di denaro a carico del debitore per ogni giorno di ritardo nell’adempimento. L’articolo 614 bis del Codice di procedura civile prevede infatti questa misura coercitiva, che non ha natura risarcitoria, ma serve a esercitare una pressione economica capace di accelerare l’esecuzione delle opere.

La possibilità di obbligare il vicino ai lavori, e non solo al pagamento di un risarcimento, rappresenta una garanzia fondamentale per chi subisce danni diretti e continui. La legge, in questo senso, si dimostra uno strumento capace di andare oltre la compensazione economica, mirando alla concreta eliminazione del problema. È una tutela che non solo ristabilisce l’equilibrio tra le parti, ma salvaguarda la sicurezza, la stabilità e la vivibilità degli immobili, restituendo serenità ai rapporti di vicinato.