Inquilini nei guai: da Settembre il proprietario può cacciarli a pedate grazie al cavillo legale I Centinaia di famiglie in mezzo alla strada
Chiave (Pixabay) IlFogliettone
Notizie tutt’altro che positive per centinaia di affittuari che nel prossimo futuro potranno vivere momenti difficile. Cosa succede.
In Italia, la maggioranza della popolazione vive in una casa di proprietà. Secondo i dati ISTAT più recenti, circa il 70% delle famiglie italiane possiede l’abitazione in cui risiede, mentre circa il 20% vive in affitto. Questa percentuale rende l’Italia uno dei Paesi europei con il più alto tasso di proprietari di casa.
Negli ultimi 20 anni, la percentuale di proprietari ha registrato un leggero calo. Dai dati del 2006, che attestavano il 74,7% delle famiglie come proprietarie, si è arrivati alle cifre attuali. Si stima che ci sia stata una perdita di quasi 900.000 proprietari di casa, segnale di un aumento della popolazione che opta o è costretta a vivere in affitto.
Il principale vantaggio di possedere una casa è la stabilità e la possibilità di creare un patrimonio a lungo termine, oltre alla completa libertà di personalizzazione dell’immobile. Tuttavia, l’acquisto comporta un impegno finanziario elevato e la totale responsabilità per le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria.
Vivere in affitto offre una maggiore flessibilità e meno vincoli. È più facile cambiare casa in base alle proprie esigenze lavorative o personali e i costi iniziali sono inferiori. Di contro, non si sta costruendo un patrimonio immobiliare e si è soggetti a limitazioni.
Il caro affitti
Negli ultimi anni, i prezzi degli affitti in Italia sono aumentati significativamente. A livello nazionale, dal 2014 al 2025, i canoni di locazione sono cresciuti di circa il 50%. Questo aumento ha superato la crescita dei prezzi di vendita e ha reso la ricerca di una casa in affitto sempre più complessa e costosa.
A fine 2015, un bilocale in una zona semicentrale costava circa 800-900 euro al mese. Oggi, nel 2025, un appartamento simile ha un costo che si aggira in media tra i 1.200 e i 1.500 euro, con punte che superano ampiamente questa cifra a seconda della zona.

Può arrivare lo sfratto
Il contratto di locazione non riguarda solo il diritto di abitare, ma stabilisce anche precise responsabilità per l’inquilino. Un comportamento molesto, pericoloso o illecito può portare allo sfratto. Questa possibilità, disciplinata dalla giurisprudenza, non si limita a crimini gravi, ma include anche azioni ripetute che disturbano la quiete.
La giurisprudenza italiana, interpretando norme come l’articolo 1587 del Codice Civile che impone al conduttore di usare la casa con la “diligenza del buon padre di famiglia”, ha confermato che tali comportamenti costituiscono un grave inadempimento contrattuale. Pertanto, il proprietario può avviare un’azione legale per la risoluzione del contratto e lo sfratto, garantendo all’inquilino il diritto di difendersi in tribunale.
